Never my love, la famosa canzone degli anni 60 ma anche il
titolo dell’ultimo episodio della quinta stagione di Outlander. Un episodio brutale ma attraversato da una stasi che
mette i brividi. Se ancora non siete arrivati a vedere questo episodio fermatevi
qui o rischierete spoiler.
“You are alive. You are whole”
Parole che
commuovono, parole che restituiscono non solo il senso di una puntata ma di una
intera serie. In fondo in Outlander non si è mai tranquilli, il pericolo è
sempre dietro l’angolo, il mondo è un luogo pericoloso e la vita e la morte si
danno battaglia in un duello all’ultimo sangue che non fa sconti a nessuno.
L’ultimo
episodio della quinta stagione di Outlander
ha un inizio surreale, straniante: siamo in una casa, negli anni 60 ed in
un primo momento pensiamo di essere tornati nel futuro, magari di seguire Bree,
Roger e Jemmy dopo il loro passaggio attraverso le pietre, eppure scopriamo
subito che non è così. Davanti a noi infatti c’è Claire, nel futuro, che fa partire
la musica, Never my love degli
Association. Forse è un sogno, una illusione, eppure vorremmo sorridere ricordando
che Claire viene dal futuro, che il futuro ci appartiene più che il passato. Di
colpo però siamo catapultati nel passato, o meglio, nel presente della storia,
in quell’epoca che tanto ci ha fatto sognare e soffrire in cinque stagioni.
Ricordiamo che Claire è stata rapita e portata via da Fraser’s Ridge da Lionel
Brown e la sua banda di uomini e ora vediamo il terribile destino di una
prigioniera, legata, imbavagliata, picchiata, violentata. Siamo di nuovo negli
anni 60, in sottofondo le note di Never
my love ed è a quel punto che capiamo che la protagonista si sta rifugiando
in un sogno partorito dalla sua mente, un modo per sfuggire all’orrore di
quello che sta vivendo, ora c’è l’illusione di vivere nella sua epoca, nella
sua casa, al sicuro, con le persone che ama: Jamie, Murtagh, Marsali e Fergus,
Jocasta, abbigliati come venissero direttamente da quel futuro.
In questo sogno
ci sono oggetti simbolici, richiami al passato, come il vaso che figurò nella
prima puntata della serie e che Claire avrebbe voluto mettere nella propria
casa. Così ci immergiamo anche noi in questo sogno straniante, godiamo anche
noi della compagnia degli amici di sempre eppure sentiamo un che di
inquietante, una calma che ci rende sospettosi, perché anche il sogno finisce
nell’incubo. In questo continuo di presente e sogno onirico si dipana la prima
parte della puntata. Poi scopriamo che Roger e Brianna con il loro bambino non
sono mai arrivati a casa, nel futuro, qualcosa non ha funzionato, loro hanno
pensato alla propria casa ma forse le pietre sapevano che la loro casa è lì, a
Fraser’s Ridge, dove sono rimasti.
Jamie, Fergus, Ian, Roger e i loro uomini
sono pronti a correre da Claire e la vendicheranno, uccidendo tutti tranne
Lionel che porteranno con sé per interrogarlo e poi decidere il da farsi. Questo
è il momento in cui Claire potrebbe avere la sua vendetta ma, da medico, ha fatto
un giuramento, non può uccidere e allora oscilla tra il senso di vendetta e la
morale, fino a crollare. Perché ciò che ha vissuto l’ha cambiata, l’ha spenta
eppure lei è lì, viva, intera, si rende conto che nella sua vita ha vissuto di
tutto, a partire dalla grande guerra eppure è sempre andata avanti con tenacia
e anche questo ultimo orrore non la fermerà . È così che si afferma ancora una
volta la forza di Claire e la bravura della sua interprete Caitriona Balfe. La
vendetta viene messa da parte, è tempo di ricominciare ma c’è chi non perdona
che venga fatto del male ai suoi cari: è Marsali, che, una volta per tutte, fa
fuori Lionel. Il suo corpo verrà portato al fratello dell’uomo che, però, non
perdonerà questo affronto. Ancora una volta i Fraser dovranno guardarsi le
spalle ma per adesso prendono fiato e si godono il momento perché la
rivoluzione è alle porte e l’America non sarà più la stessa. Questo però lo
vedremo nella prossima stagione.
Non è l’episodio che mi sarei aspettata, non ci sono stati colpi di scena, Bree e Roger non sono tornati a casa nonostante abbiano trascorso una puntata intera (la 5x11) a salutare tutti e farci commuovere ma questo, dopotutto, è Outlander e nulla è come ci aspetteremmo. Un episodio che nonostante l’apparente staticità sa essere d’impatto, sa chiudere con moderazione una stagione che ha un po’ perso di dinamismo (rispetto alla quarta che HO.ADORATO) per fare spazio all’analisi e all’approfondimento. Episodio che lascia il segno per la vicenda del rapimento di Claire e del suo abuso. Difficile seguire questi momenti, quasi impossibile non soffrire e resistere all’impulso di chiudere gli occhi di fronte all’orrore vissuto da Claire e che, purtroppo, non è nuovo in questa serie. Non so se fosse necessario ma sicuramente ha saputo restituire uno scorcio orribile su quel mondo e, purtroppo, sul nostro mondo. La violenza sulle donne esisteva ed esiste ancora e per questo, purtroppo, questo episodio (come quello di Bree nella quarta stagione) ci restituisce un po’ di paura.
Non avrei mai pensato di dirlo ma il personaggio rivelazione di questa stagione è stato Marsali che prima d’ora passava quasi in secondo piano e adesso… ne vogliamo di più! La ragazza sa il fatto suo, non sottovalutiamola!
Una quinta stagione che ha alternato alti e bassi e che, purtroppo, nel mio cuore non sarà mai all’altezza della quarta stagione (ma lo sospettavo). A volte ho dubitato della utilità di alcune scene (o di alcuni episodi) e ho desiderato maggiore velocità e dinamicità , avrei voluto vedere maggiormente altre scene, altri particolari, altri personaggi eppure alcuni episodi li ho trovati particolarmente significativi (qualcuno ha detto Stephen Bonnet?).
Forse alcune scene (ad esempio quelle più intime e private) sono state inserite per accontentare i fan, ma da fan posso dire che anche senza quelle scene e perfino senza le scene dei baci questa serie non avrebbe perso la sua magia e sicuramente non avremmo dubitato dell’amore tra Claire e Jaime o tra gli altri personaggi. Claire, Jamie, Brianna, Roger, Marsali, Fergus, Ian (e non continuo l’elenco perché sarebbe fin troppo lungo) sono infatti un esempio lampante di amore e famiglia e questo traspare da ogni più piccola azione. Tutti abbiamo desiderato almeno una volta di essere davvero parte di quella famiglia (e forse è stato così).
Insomma, nonostante gli alti e i bassi che Outlander mi sia entrato nel cuore è ormai assodato, adesso non ci resta che aspettare la prossima stagione.
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