Recensione ODIO A PRIMA VISTA di Paola Chiozza

 Buonasera lettori e lettrici,
oggi vi parlo di
Odio a prima vista di Paola Chiozza. Si tratta della nuova uscita romance dell’autrice, edita Always Publishing. Una rom-com e un office romance che segue i trope hate to love, social gap e grumpy vs sunshine. 


Titolo: Odio a prima vista
Autrice: Paola Chiozza
Data di pubblicazione: 23 maggio 2025
Editore: Always Publishing
Pagine: 360
POV: Prima persona, alternato
Trama:  

A ventitré anni, Margaret Hale - ambientalista convinta che combatte il cambiamento climatico e lotta per i diritti degli animali - ha un futuro roseo. Nella sua amata e incontaminata Cornovaglia, sta per ottenere un tirocinio nell’azienda dei suoi sogni. Quindi… perché i suoi genitori vogliono rovinare tutto e trasferirsi al nord, nella metropoli più inquinata del paese?Nella fuligginosa Milton, dove all'orizzonte al posto della brughiera si staglia il profilo delle acciaierie, la prima cosa che fa Margaret è farsi trascinare nella protesta ambientalista contro la Marlborough Mills, la principale acciaieria della zona… e proprio mentre brandisce un cartello che chiama "assassino" il CEO, lui le si presenta davanti su una Lamborghini rombante. Con il suo metro e novanta di completi eleganti, fascino diabolico e superbia, John Thornton è la personificazione del male: un ricco imprenditore trentunenne pronto a calpestare fiorellini, diritti umani e anni di battaglie ecologiste per il benessere della sua industria. In realtà, lui desidera onorare la memoria del padre mandando avanti un'azienda che dà lavoro a mezza città e quando, dopo l'ennesimo licenziamento, si ritrova senza un’assistente, l'unica opzione rimane proprio quell'ecologista irritante. Una ragazza stramba, che veste in modo orrendo, mangia cibi persino peggiori, e non abbassa mai lo sguardo durante le discussioni. Anzi, sembra non nutrire il minimo timore reverenziale nei suoi confronti. Opposti come il cielo e la terra, lontani come il nord e il sud, Margaret e John sono d’accordo su un’unica cosa: non troveranno mai un punto d’incontro. Ogni loro scambio accende una scintilla pronta a scatenare una guerra. Ma lavorare fianco a fianco significa anche scoprire l’altro senza filtri: quale storia nasconde l’arrogante imprenditore dietro agli occhi di ghiaccio che nessuna donna riesce a sciogliere? Che cosa succederebbe se l’inferno in cui credono di essere finiti John e Margaret da quando si sono incontrati fosse in realtà… il paradiso?

Recensione

Odio a prima vista si ispira all’opera North and Soul di Elizabeth Gaskell e racconta la storia d’amore tra un’ambientalista (lei) e il CEO di un’acciaieria (lui), due persone che non potrebbero essere più diverse, per ideali e attività.

Margaret ha ventitré anni e lotta per tutto ciò che riguarda l’ambiente: è un’attivista, è vegana, difende i diritti degli animali, li salva e se ne prende cura, lotta contro il cambiamento climatico e si dedica a cucire abiti (per se stessa e, si augura, per gli altri) con materiali ecosostenibili. Vive a Helstone, in Cornovaglia, un paese tranquillo, pulito e immerso nella natura dove la famiglia possiede una scuola e si dedica alle proprie coltivazioni e ai propri animali.

Quando, per problemi economici, i genitori le comunicano di dover lasciare il paese e trasferirsi a Milton, tutti i progetti di Margaret subiscono un duro colpo.

Trasferirsi a Milton, un luogo grigio, inquinato e cupo, soffocato da ciminiere e impianti siderurgici, per Margaret è come piombare in un incubo. Così si ripromette di mettercela tutta per aiutare la propria famiglia e ritornare nella sua Helstone.

John Thornton, trentunenne, è il CEO della Marlborough Mills, la principale acciaieria di Milton, che apparteneva alla sua famiglia e che lui è riuscito a risollevare dalla crisi. L’uomo è accusato di inquinare la città con la sua fabbrica, ma è anche quello che, proprio grazie a questa attività, ha dato lavoro a tante persone che abitano in città. È un uomo freddo e senza scrupoli, temuto da tutti e il cui sguardo nessuno riesce a reggere.

L’incontro tra questo ricco imprenditore che sta rovinando l’ambiente e una ragazza che invece lotta per salvarlo è paradossale. L’odio a prima vista e lo scontro diventano inevitabili.

Ma quando Margaret, che è l’unica che riesce a reggere lo sguardo di John, è costretta a seguire il tirocinio proprio nella sua azienda, come assistente di lui, i due saranno costretti a condividere gli spazi e a venire a patti con le loro differenze. Alla fine, però, scopriranno anche una inaspettata attrazione.

C’è qualcosa che ci concatena. Siamo diventati due opposti che esistono l'uno in funzione dell'altra. Ragione e follia, buio e luce, odio e amore. Nord e sud.



Odio a prima vista è una storia che gioca per buona parte sul contrasto tra i due protagonisti e sul loro odio reciproco. I due si scontrano e si sfidano, tra continui botta e risposta, battute pungenti e irritanti (per chi li riceve) nomignoli.

Margaret è combattiva, ribelle e crede fermamente nei propri ideali. Non ha paura di sporcarsi le mani, di dire quello che pensa, di manifestare contro il potere e soprattutto contro John. Gli tiene testa, gli risponde a tono e non si lascia intimidire. Oltre che determinata, è dolce e sensibile e questo, con il tempo, la renderà irresistibile agli occhi di John. La vita a Milton e la conoscenza con chi abita lì la porteranno a sviluppare nuovi interessi intorno ai problemi dell’ambiente e della città, rendendola ancora più combattiva e determinata a lottare per cambiare le cose.

John è cinico, distaccato, rancoroso e strafottente. È intransigente, arrogante e glaciale e non ha pietà né per i suoi dipendenti né per Margaret. Dietro la corazza, però, John, è fragile e sensibile e nasconde un passato segnato da una perdita importante. È proprio il passato che lo spinge ad agire in un determinato modo, è proprio in nome di chi non c’è più che John ha cambiato il proprio percorso di vita.

Per buona parte della storia i rapporti tra Margaret e John sono tesi e sembra che non ci sia il minimo spiraglio di luce per loro due. I due sembrano troppo agli antipodi, troppo testardi, troppo incapaci di andarsi incontro.

L'idea che quel bastardo di John Thornton piagnucoli ai miei piedi è allettante. Eccitante quasi. Lo immagino spogliato di tutti i suoi inutili averi da ricco capitalista, senza quell'auto inquinante, i completi eleganti, il conto in banca stratosferico e la casa di famiglia che ho intravisto online. Costretto a lavorare in una stalla, a contatto con gli animali, obbligato a considerare i veri valori della vita. Non ho un orgasmo da secoli, ma il piacere che provo a fantasticare su Thornton che distribuisce becchime ai polli è impagabile. 

 

Margaret porta all’estremo le sue convinzioni, John è fermo sulle proprie posizioni e crudele (mi è capitato di pensarlo esattamente in questi termini), anche con Margaret. Per quanto sia possibile comprendere alcune sue uscite poco felici, alla luce di ciò che si porta dentro, a volte c’è il rischio di non sopportare il suo personaggio e perfino di non gradire che la protagonista assecondi i suoi atteggiamenti.

Paola Chiozza costruisce la sua storia giocando continuamente sul contrasto tra i due protagonisti e con ciò che ne consegue ed è interessante la scelta di mantenere questo tipo di racconto per un tempo lungo (è quindi slow burn). Rende più interessante la storia anche la scelta di non svelare subito tutti i dettagli del passato di John e quindi ciò che lo ha spinto a cambiare la propria vita nella direzione che conosciamo.

I botta e risposta tra i due protagonisti, il loro modo di sfidarsi, di provocarsi e di stuzzicarsi è intrigante e l’attrazione tra i due non è data per scontata fin da subito. Il legame tra Margaret e John non si può dire sviluppato in senso romantico per quasi tutta la storia, perché, anche quando qualcosa si muove in tal senso, rimangono delle fragilità alla base, comprese quelle che riguardano il non detto, che ad un certo punto causerà una forte crisi nel rapporto che si andava costruendo. Nella storia, dunque, non manca un momento in cui tutto sarà messo in crisi, anche se non si può dire non prevedibile.

È per Samuel che ho accettato di fare da chaperon nel mondo del lavoro a questa palla al piede. Ed è per rispetto nei confronti dei poveri signori Hale che ho dato un'occasione alla loro sguaiatissima figlia. Ma sarà per mancanza di pazienza che la farò piangere. Anche se ho il sentore che Margaret Hale non sia una dalla lacrima facile. A giudicare da come mi fissa, credo voglia uccidermi. Tutto reciproco, d'altronde.

 

In Odio a prima vista si è di fronte a due protagonisti che non esprimono facilmente i sentimenti reciproci, anche se in fondo cercano un legame serio (soprattutto ne è convinto John, nonostante, o forse proprio, per le passate ferite sentimentali). Per quanto riguarda il legame tra i due, la storia non si vuole concentrare sulle scene hot, ma ciò che unisce i due sembra essere proprio l’attrazione. I momenti che segnano la svolta, infatti, sembrano correre più sui binari della mera attrazione che su sentimenti palesi e più profondi.

«Non mi lascerò usare.»

«Sono io quello che vuole essere usato, Margaret.»

 

L’incontro tra due protagonisti agli antipodi svela lati differenti in entrambi, anche se è principalmente John che risulta smosso nei suoi principi e portato ad un cambiamento dagli ideali e dal modo di fare di Margaret, mentre quest’ultima trova il modo di vedere – e apprezzare -  il lato più sensibile e fragile di John che si nasconde dietro quella corazza che lei riesce a far cadere.

Ho capito una cosa di Margaret. E l'unica capace di farmi perdere il controllo. In tutti i sensi.

In effetti, sia per quanto riguarda il rapporto tra i due protagonisti sia per quanto riguarda l’effetto di Margaret su John, si percepisce un cambiamento piuttosto veloce, che sembra nascondere alcuni passaggi e quindi mancare di mostrare la gradualità di questo cambiamento attraverso quei dettagli che nel tempo lo determinano. Per quanto mi riguarda ho sentito la necessità di maggiore approfondimento e maggiore gradualità in tal senso. Per lo stesso motivo, il legame tra i due protagonisti, per quanto interessante da seguire, mi ha entusiasmato meno di quanto pensassi e in alcuni casi mi ha vagamente fatto storcere il naso (soprattutto per alcuni modi di fare di lui).

In generale Odio a prima vista si concentra su alcuni elementi – e lo fa consapevolmente – mentre ne passa in rassegna più velocemente altri. Forse per questi motivi non posso dire che la storia in generale e il legame tra i due protagonisti mi abbiano toccato particolarmente a livello emotivo, né che questo sia il libro che ho preferito dell’autrice.

Paola Chiozza, però, risulta padrona della storia, che è insolita e originale nei suoi riferimenti e sfiziosa per dinamiche e contrasti rappresentati. Il modo in cui si prende la storia di partenza per crearne un’altra versione e l’inserimento di tematiche come quelle ambientali, trattate in modo attento e studiato, attraverso particolari che sono ben descritti e inseriti coerentemente all’interno della storia, sono indice dell’abilità dell’autrice.

Odio a prima vita è una storia che sa sviluppare in modo accattivante e pertinente gli elementi che ne caratterizzano la trama, coinvolgendo il lettore e intrattenendolo.

«Come deve essere una donna per essere degna di te? Per piacerti? Per meritare le tue attenzioni?» calca la parola meritare come se avessi offeso Lilybeth, Alexandra e tutto il genere femminile. Come se avessi appena sostenuto la superiorità dell'uomo, neanche usassi il mio cazzo come scettro del potere.
Faccio un passo in avanti, i nostri corpi quasi si urtano. Con un senso di fastidio che non accenna a lasciarmi, faccio correre le iridi sul suo volto piccato.
«Deve essere il tuo esatto opposto, Margaret.»



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