Salve
lettori!
La recensione di oggi riguarda un libro che definirei fantasy/distopico. Sto parlando di Questo canto selvaggio di Victoria Schwab. Un libro di cui si è parlato molto negli ultimi tempi e che ha riscosso abbastanza successo. Questa è una delle volte in cui devo ammettere di non essere d’accordo con i giudizi degli altri, ma ve ne parlerò qui sotto.
La recensione di oggi riguarda un libro che definirei fantasy/distopico. Sto parlando di Questo canto selvaggio di Victoria Schwab. Un libro di cui si è parlato molto negli ultimi tempi e che ha riscosso abbastanza successo. Questa è una delle volte in cui devo ammettere di non essere d’accordo con i giudizi degli altri, ma ve ne parlerò qui sotto.
Data di pubblicazione: 13 giugno 2017
Editore: Giunti
Autrice: Victoria Schwab
Pagine: 392
Trama
Per anni Verity City è stata teatro di crimini e attentati, finché ogni episodio di violenza ha cominciato a generare mostri, creature d'ombra appartenenti a tre stirpi: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l'anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. Ora la città è attraversata da un muro che separa due mondi inconciliabili e difende una fragile tregua: al Nord lo spietato Callum Harker offre ai ricchi protezione in cambio di denaro, mentre al Sud Henry Flynn, che ha perso la famiglia nella guerra civile, si è messo a capo di un corpo di volontari pronti a dare la vita pur di difendere i concittadini e ha accolto come figli tre Sunai. In caso di guerra la leva più efficace per trattare con Harker sarebbe la figlia. Così August, il più giovane Sunai, si iscrive in incognito alla stessa accademia di Kate per tenerla sotto controllo. Ma lei, irrequieta, implacabile e decisa a tutto pur di dimostrare al padre di essere sua degna erede, non è un'ingenua...
Serie Monsters of Verity
1.Questo canto selvaggio2.Our dark duet (inedito Ita)
RECENSIONE
La storia è
ambientata in una sorta di futuro in cui le città e le persone che le popolano
sono in subbuglio, c’è molta disparità tra chi vive in una zona o in un’altra
ma soprattutto tra la gente regna il caos a causa della minaccia costante di
alcune creature, i mostri che sono nati dalla violenza. Verity City infatti è
la città in cui vivono Kate e August. Un territorio diviso tra nord e sud. Al
nord governa Callum Harker, padre di Kate, colui che tiene le persone in una
sorta di serenità apparente grazie all’accordo con Malchai e Corsai, le creature
che minacciano la città . Il suo è un regime di terrore, l’opposto di quello di
Henry Flynn, l’uomo che governa il sud ma che lo fa dando la caccia ai mostri.
Gli Harker governano con la cattiveria, i Flynn invece vogliono la pace e non
accettano di vivere nell’illusione. L’alleanza che vigeva tra le due famiglie
sta però vacillando e non è facile distinguere ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato. Kate era una ragazzina fragile, ma adesso è cresciuta, si è lasciata
alle spalle un passato difficile ed è pronta a dimostrare al mondo la sua forza
ma soprattutto la sua voglia di somigliare al padre ed essere accettata da lui.
August non è un ragazzo normale: lui non è mai nato perché lui non è umano.
August è un Sunai, un mostro, ma desidera essere umano. August è un ragazzo
buono, nato dalle violenze più atroci, adottato da Flynn insieme agli unici
altri due Sunai e con tanta voglia di portare la pace in un mondo di violenza e
sopraffazione. Il suo potere è quello di uccidere con il suono del suo violino,
ma in realtà la sua intenzione non è fare del male. Questo è l’unico modo che
August ha di nutrirsi. Kate e August si conosceranno e insieme saranno
costretti a far fronte a diversi pericoli ma soprattutto a lasciare da parte i
pregiudizi e imparare a lottare insieme per evitare la guerra. Durante questo
periodo molte persone dimostreranno il loro vero volto e qualsiasi legame verrÃ
messo a dura prova dai segreti e dalle bugie.
Una storia piuttosto originale se si considera che la scrittrice ha creato un mondo in cui la violenza genera i mostri, chiaro messaggio della “violenza che genera violenza”. All’inizio non sapevo cosa aspettarmi dalla storia: la trama non lascia intendere molto e questo è il motivo per cui la storia mi ha sorpreso. Devo dire che per capire la storia, come nascono i mostri, cosa fanno e soprattutto qual è l’obiettivo dei personaggi ci è voluto un po’, perché non era chiaro all’inizio. La storia si scopre pian piano e si comincia a comprendere qualcosa in più, ma nonostante questo mi è mancato qualcosa. La storia mancava di suspense, di quell’infinità di vicende che caratterizzano i libri di questo genere e di quel senso d’affetto che ti suscitano i personaggi e in generale la storia. Non sono riuscita ad immergermi completamente e per la maggior parte del tempo ho trovato questo libro lento e noioso, ma non mi sono persa d’animo e dopo tanta fatica sono riuscita a completarlo e… non è accaduto nulla di più! Mi aspettavo un miglioramento che non c’è stato. Un’altra cosa che mi è mancata è stata l’assenza della parte romance. È vero, in libri di questo genere non deve esserci necessariamente, ma credo che quella parte avrebbe reso più gradevole il libro. È solo il parere di una persona sognatrice ma credo che nei libri di questo genere la parte romance contribuisca al completamento della storia. Il personaggio di Kate all’inizio l’ho trovato un po’ troppo violento e non particolarmente interessante. Solo dopo, una volta conosciuto August, la ragazza è cambiata, ha iniziato ad agire per sé e non per gli altri, dimostrando tanta forza. August è il personaggio dolce e fragile, sicuramente non uno dei soliti personaggi maschili. Tutto sommato mi è piaciuto il suo personaggio perché è stato l’unico sicuro di sé, l’unico a pensare con la propria testa fregandosene del mondo e di ciò che gli altri ritengono giusto o sbagliato. Una cosa che mi è piaciuta di questo libro è stata la scrittura. Nonostante la lentezza, la scrittura è molto poetica e di impatto. L’autrice è riuscita poi a trasmettere qualcosa attraverso le sue parole, dimostrandoci come ogni cattiva azione ha una conseguenza, di solito mostruosa, una conseguenza con cui dobbiamo condividere e che di solito ci fa del male. Nella vita non possiamo scegliere cosa essere, come nascere o da chi, ma possiamo scegliere chi vorremmo essere nel presente o nel nostro futuro e per sempre. Possiamo nascere mostri ma sentirci umani, possiamo lasciare che la gente pensi che siamo dei mostri o possiamo noi stessi scegliere chi essere per gli altri. In fin dei conti non conta la forma che abbiamo ma contano le azioni che facciamo e le intenzioni che si celano dietro ogni nostro gesto. Se si accetta di superare paure e pregiudizi si può vivere insieme in pace. Questo canto selvaggio è un libro che molti hanno amato alla follia ma che nel mio cuore non è riuscito a fare breccia. Nonostante questo darò una seconda possibilità a quest’autrice leggendo il suo libro che presto sarà in Italia, Magic.
Una storia piuttosto originale se si considera che la scrittrice ha creato un mondo in cui la violenza genera i mostri, chiaro messaggio della “violenza che genera violenza”. All’inizio non sapevo cosa aspettarmi dalla storia: la trama non lascia intendere molto e questo è il motivo per cui la storia mi ha sorpreso. Devo dire che per capire la storia, come nascono i mostri, cosa fanno e soprattutto qual è l’obiettivo dei personaggi ci è voluto un po’, perché non era chiaro all’inizio. La storia si scopre pian piano e si comincia a comprendere qualcosa in più, ma nonostante questo mi è mancato qualcosa. La storia mancava di suspense, di quell’infinità di vicende che caratterizzano i libri di questo genere e di quel senso d’affetto che ti suscitano i personaggi e in generale la storia. Non sono riuscita ad immergermi completamente e per la maggior parte del tempo ho trovato questo libro lento e noioso, ma non mi sono persa d’animo e dopo tanta fatica sono riuscita a completarlo e… non è accaduto nulla di più! Mi aspettavo un miglioramento che non c’è stato. Un’altra cosa che mi è mancata è stata l’assenza della parte romance. È vero, in libri di questo genere non deve esserci necessariamente, ma credo che quella parte avrebbe reso più gradevole il libro. È solo il parere di una persona sognatrice ma credo che nei libri di questo genere la parte romance contribuisca al completamento della storia. Il personaggio di Kate all’inizio l’ho trovato un po’ troppo violento e non particolarmente interessante. Solo dopo, una volta conosciuto August, la ragazza è cambiata, ha iniziato ad agire per sé e non per gli altri, dimostrando tanta forza. August è il personaggio dolce e fragile, sicuramente non uno dei soliti personaggi maschili. Tutto sommato mi è piaciuto il suo personaggio perché è stato l’unico sicuro di sé, l’unico a pensare con la propria testa fregandosene del mondo e di ciò che gli altri ritengono giusto o sbagliato. Una cosa che mi è piaciuta di questo libro è stata la scrittura. Nonostante la lentezza, la scrittura è molto poetica e di impatto. L’autrice è riuscita poi a trasmettere qualcosa attraverso le sue parole, dimostrandoci come ogni cattiva azione ha una conseguenza, di solito mostruosa, una conseguenza con cui dobbiamo condividere e che di solito ci fa del male. Nella vita non possiamo scegliere cosa essere, come nascere o da chi, ma possiamo scegliere chi vorremmo essere nel presente o nel nostro futuro e per sempre. Possiamo nascere mostri ma sentirci umani, possiamo lasciare che la gente pensi che siamo dei mostri o possiamo noi stessi scegliere chi essere per gli altri. In fin dei conti non conta la forma che abbiamo ma contano le azioni che facciamo e le intenzioni che si celano dietro ogni nostro gesto. Se si accetta di superare paure e pregiudizi si può vivere insieme in pace. Questo canto selvaggio è un libro che molti hanno amato alla follia ma che nel mio cuore non è riuscito a fare breccia. Nonostante questo darò una seconda possibilità a quest’autrice leggendo il suo libro che presto sarà in Italia, Magic.
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