Recensione LA CORTE DI NEBBIA E FURIA di Sarah J.Maas


Salve lettori, oggi vi parlo de La corte di nebbia e furia, secondo libro della serie fantasy A court of thorns and roses di Sarah J. Maas. Una serie che inizia come retelling della Bella e la Bestia (a mio avviso davvero buono) per poi cambiare completamente atmosfera. Si tratta di una delle serie fantasy più apprezzate e chiacchierate e questo secondo libro sembra da tutti considerato il migliore. Cosa ne penso io? Scopritelo con me.

 
Titolo: La corte di nebbia e furia (A court of thorns and roses #2)
Data di pubblicazione: 18 giugno 2019
Editore: Mondadori
Autrice: Sarah J. Maas
Pagine: 622
Trama
Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

Serie A court of thorns and roses:
1. La corte di rose e spine (recensione qui)
2. La corte di nebbia e furia 
3. La corte di ali e rovina 
3.1 A Court of Frost and Starlight
4. A court of Silver and flames
ecc.
Recensione

Una delle serie migliori in assoluto? Un secondo libro che è un capolavoro? Beh, devo dire la verità, non ho visto nulla di tutto questo, con me la scintilla non è scattata ma nonostante tutto sia il primo libro che il secondo mi sono apparsi validi e piacevoli. Mi sono innamorata di questa serie ancor prima di conoscerla, solo sulla base del parere altrui, dei migliaia di gadget/fan art ad essa dedicati, per anni ho sperato che venisse portata in Italia e quando è arrivata…mi sentivo diversa, ero cambiata, più esigente, meno desiderosa di leggerla ma nonostante questo non potevo farmela scappare. Dopo la lettura del primo libro ho capito che forse le mie aspettative erano troppo alte ma in generale il libro mi era piaciuto. Avevo sentito dire che con il secondo la storia migliorava ancora di più ma dopo averlo letto credo di averlo apprezzato nello stesso modo del primo (per certi versi ho apprezzato quasi di più il primo!). Adoro la Maas, la serie Throne of glass rimane la mia preferita e non ho mai dubitato del talento di questa autrice. Con questa serie e questo secondo libro siamo di fronte ad un fantasy come altri, con magia, creature fuori dal normale, missioni da compiere, pericoli, alleanze, tradimenti e un mondo da salvare. Come sempre mi trovo in difficoltà a parlare della trama di un fantasy perché penso che questa tipologia di libri sia tutta da scoprire, in fondo la trama dice poco rispetto a quello che un libro rivela.
Dopo la sconfitta della perfida Amarantha Feyre è morta ma è stata portata in vita grazie ai doni dei signori delle varie corti di Prythian e si è risvegliata in un corpo fae. La nuova natura non è facile da gestire ma soprattutto Feyre deve fare i conti con gli attacchi di panico e gli incubi che la tengono sveglia ogni notte, con il ricordo del male che ha compiuto per salvare la persona che amava e il suo popolo. Ciò che ha vissuto l’ha cambiata, le ha risucchiato ogni energia, l’ha fatta diventare un guscio vuoto, freddo, triste, senza più alcuna voglia di vivere. Feyre, che adesso è considerata una salvatrice, vorrebbe essere partecipe di quello che accade nel regno ma Tamlin, l’uomo che ha salvato e che ama e deve sposare, non le lascia la libertà che cerca, troppo preso dall’istinto di protezione. L’occasione di essere finalmente libera le arriva da Rhysand, supremo signore della corte della notte, arrogante quanto bello, suo aiuto durante le prove per salvare Tamlin e colui che, con lei, ha fatto un patto: averla nella propria corte una settimana di ogni mese. Proprio quel patto sarà la sua salvezza perché, quando la vita alla corte di Primavera arriverà a toglierle ogni cosa, perfino ogni speranza di vivere, Rhys e la sua corte saranno la sua via di fuga, un luogo che nasconde molto di più di quello che gli altri sanno, un mondo magico fatto di colore, musica, arte, libertà, un mondo in cui conoscerà persone nuove, pronte a stare al suo fianco e a lasciarle la libertà che merita. Luogo in cui troverà un nuovo amore e anche il suo ruolo nella guerra che a breve si scatenerà a causa del re di Hybern che vuole il controllo di ogni cosa, anche del regno mortale. Feyre scoprirà di avere dentro di sé poteri inimmaginabili, poteri che nessun singolo uomo ha, poteri che la renderanno fondamentale nella lotta al male. Feyre combatterà contro se stessa, contro la sua angoscia, la sua depressione, spingerà in là i suoi limiti e correrà pericoli di ogni tipo per combattere il male. La lotta porterà dolore, sacrificio e alla fine metterà a durissima prova ogni singolo personaggio di questa storia. Segreti, rivelazioni, alleanze e tradimenti sono al centro di questa storia ma anche la fiducia, la lealtà, l’amicizia e l’amore.
La corte di nebbia e furia è un bel mattoncino di poco più di seicento pagine ma non risulta pensante, non si dilunga in cose inutili, si lascia leggere, a tratti con lentezza, a tratti con ritmo più incalzante. Ho letto questo libro senza sentire particolari emozioni, questa è la cosa che mi è dispiaciuta di più, il non riuscire a sentire l’adrenalina, il senso di attesa e suspense, il batticuore o le farfalle allo stomaco. È un libro grande ma non succedono chissà quante cose, più o meno si è sempre sullo stesso livello, soprattutto all’inizio, quando è anche più lento. La parte più bella e incalzante sono state le venti pagine finali (circa), quelle che mi hanno dato molte emozioni e mi hanno tenuta incollata alla storia. Se tutto il libro fosse stato come quelle venti pagine l’avrei considerato uno dei migliori ma non è stato così. Mi è mancata emozione, anche nelle scene romantiche, anche tra Rhys e Feyre che imparano a volersi bene e ad amarsi, non sono riuscita a sentirli e immedesimarmi.
Feyre si conferma un personaggio complesso, adesso più cupo ma che impara a trovare la propria luce e la forza nei posti più inaspettati. Feyre è forte ma anche molto fragile e forse è proprio la sua fragilità l’aspetto più affascinante, quello che la rende più umana (anche se non lo è più letteralmente) e più vicina a noi. Spesso sono riuscita a capirla, a mettermi nei suoi panni, spesso mi sono sentita come lei perché in fondo abbiamo tutti dei momenti in cui ci sentiamo giù di morale, in cui si sentiamo prigionieri di qualcosa, in cui vorremmo essere liberi ma non sappiamo come, momenti in cui ci sentiamo quasi inutili. Feyre ha saputo essere un personaggio realistico e ho apprezzato questo. Rhysand è il personaggio più amato della serie, forse più amato in assoluto e invece a me è semplicemente piaciuto. Nel primo libro è stato stronzo e io odio da morire i personaggi che si comportano in questo modo ma alla fine aveva iniziato a riscattarsi. In questo secondo libro siamo di fronte ad un Rhys diverso, a tratti mostra ancora la sua arroganza, ma veniamo a conoscenza delle ragioni per cui si comporta in quel modo e scopriamo di lui così tante cose che inevitabilmente lo vediamo sotto una luce diversa e capiamo che anche lui si è sacrificato, anzi, forse ha fatto il sacrificio più grande di tutti, forse lui è un vero eroe. Non mi sono follemente innamorata di lui ma mi è piaciuto. Ciò che mi ha fatto un po’ storcere il naso è il modo in cui l’autrice ha cercato di farci passare dal tifare per Tamlin al tifare per Rhys. La coppia del primo libro è Feyre-Tamlin, quella del secondo è Feyre-Rhys ma può essere davvero così semplice passare dall’uno all’altro? Secondo me no, secondo me è qualcosa di complesso che va studiato bene ma forse la Maas ha voluto accelerare e un po’ forzare le cose. All’inizio ho apprezzato il modo in cui ha gestito la situazione, chiaramente ciò che hanno vissuto ha cambiato sia Tamlin che Feyre, lui è diventato fin troppo protettivo, lei ha perso la sua anima e la sua voglia di vivere. Tamlin cerca in ogni modo di tenere al sicuro Feyre e come potremmo biasimarlo, come potremmo vederlo in una luce negativa per questo? È chiaro, il suo istinto di protezione raggiunge il punto di non ritorno, diventa una trappola per Feyre e questo non è bello ma non credo che sia un personaggio da disprezzare per questo motivo. Semplicemente ha sbagliato a tradurre il suo senso di protezione in una prigione. Fin qui la Maas procede bene ma è proprio la parte finale che ci mostra un Tamlin completamente diverso, addirittura pronto ad agire nel male per lei. Questo l’ho trovato un po’ forzato perché vuol dire che tutto quello che abbiamo visto di Tamlin nel primo libro viene completamente ribaltato, si va contro tutto ciò che abbiamo conosciuto di lui. Non riesco ad odiarlo perché l’odio deve nascere in modo naturale nel lettore a seguito di avvenimenti coerenti con chi li provoca e in questo caso ho visto poca coerenza. Tamlin è semplicemente una persona che pensava di fare bene ma ha commesso un errore e poi a sua discolpa posso dire che non c’è confronto con Rhys per il semplice fatto che l’autrice non lascia spazio al confronto. Viviamo Tamlin e Rhys in modo diverso, a Rhys è stato dato uno spazio che a Tamlin non è stato dato, uno spazio che poteva servirci per comprendere di più quest’ultimo personaggio, per seguirlo nel suo passato e nel suo presente. È come se già nella loro descrizione l’autrice avesse inserito una connotazione negativa dell’uno e positiva dell’altro. Tutto questo per dire che secondo me non ha senso odiare Tamlin e amare Rhys, sono semplicemente due persone diverse che hanno vissuto esperienze diverse e hanno reagito in modo diverso. Oltre a questi tre personaggi devo dire che ho apprezzato molto tutti gli altri, Cassian, Azriel, Mor, Amren e poi le sorelle di Feyre, Elain e Nesta. Devo dire che in quanto a varietà di personaggi e a coppie in formazione la Maas si dà sempre un gran daffare. Sono molto curiosa di vedere l’evoluzione dei personaggi nel prossimo libro. In quanto a world building non mi sento di dire nulla di eccezionale perché di fatto non ho visto un’ambientazione così spettacolare come altri dicono. Come ogni fantasy che si rispetti siamo di fronte ad un’ambientazione particolare, studiata e costruita nei dettagli ma in fondo neanche tanto complessa, il giusto per questa storia (ho incontrato in altri libri world building davvero eccezionali ed originali molto più che in questo). Insomma, anche ACOMAF non raggiunge le vette più alte delle mie aspettative ma è un libro davvero ben fatto e piacevole. Non ci resta che aspettare settembre per il terzo libro.



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