Salve lettori, oggi vi parlo di Sorcery of Thorns di Margaret Rogerson, una nuova uscita fantasy YA che ammetto di aver voluto leggere subito solo per la meravigliosa copertina! La trama mi è sembrata subito accattivante, ma la storia sarà riuscita a convincermi? Vediamo.
Editore: Mondadori
Pagine: 444
Recensione
Elisabeth è una trovatella ed è cresciuta come apprendista in
una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, quella di Summershall. È cresciuta
tra i libri, anzi, tra i grimori, libri magici che sussurrano, si agitano e
possono essere molto pericolosi perché, se fuori controllo, possono
trasformarsi in mostri di cuoio e inchiostro. Elisabeth ha imparato a conoscere
e sentire i grimori, talvolta a temerli, e il suo desiderio è di diventare
guardiana per proteggere il regno dalle minacce della magia. La sua vita però
sta per cambiare, perché Elisabeth si trova ad essere l’unica a fronteggiare
l’atto di sabotaggio che porta alla liberazione di un pericoloso grimorio. A
seguito di ciò, però, viene ritenuta responsabile di un crimine e quindi portata
nella capitale per essere interrogata. Qui scoprirà ben presto che le cose non
sono come sembrano, che qualcuno elogia il suo atto di eroismo, ma qualcun altro
vuole usarla per raggiungere scopi molto pericolosi. Qui potrà fidarsi solo di
un mago, il Magister Nathaniel Thorn e del suo misterioso servitore, Silas.
All’inizio saranno suoi nemici, proprio come quelli che vogliono interrogarla
per un crimine che non ha commesso, ma ben presto scoprirà in loro alleati fondamentali
in quella che potrebbe essere una missione salvifica ma, si spera, non solitaria.
Indagando e ingegnandosi per trovare un modo per fermare chi vuole sabotare le
biblioteche per i propri piani distruttivi, Elisabeth scoprirà di più sulle
biblioteche, sui grimori, su chi vuole essere e sul suo ruolo in tutte queste
vicende.
Sorcery of Thorns è un libro dominato dalla magia,
forse in un modo persino superiore ad altri fantasy. Grimori che hanno vita,
che si agitano, hanno voce, sembrano avere sentimenti e addirittura possono
prendere vita.
“Perché questi non erano i comuni libri che si trovano nelle biblioteche. Erano conoscenza resa viva. Saggezza a cui era stata data voce. Cantavano quando la luce delle stelle filtrava dalle finestre della biblioteca. Provavano dolore fisico e sofferenza del cuore. A volte erano sinistri, grotteschi, ma anche il mondo esterno lo era. E questo non rendeva il mondo una causa meno degna per cui combattere, perché ovunque ci fosse il buio c’era anche tanta luce.”
Statue ed edifici che si animano se spinti dal potere della
magia, addirittura i fenomeni atmosferici risentono della magia e degli umori
di chi detiene il potere. Non mancano accenni di creature fantastiche, soprattutto demoni, che però hanno un ruolo ben diverso da quello a cui siamo abituati, perché essi si legano ai maghi per permettere loro di avere i poteri, anche se questo
legame ha chiaramente un prezzo. Ci sono oggetti magici, specchi attraverso cui
guardare la realtà , oggetti che permettono di teletrasportarsi altrove, o addirittura
si possono vivere atmosfere oniriche e surreali attraverso le pagine dei libri
e di ciò che contengono, letteralmente parlando. Insomma, a tratti mi è sembrato
di essere in Alice nel paese delle meraviglie e direi che questa storia
starebbe benissimo in una trasposizione di Tim Burton. Ho adorato tutto questo
perché la storia è riuscita a creare luoghi e atmosfere suggestive e leggere questa storia è un po’ come guardare un film
con tanti effetti speciali.
Dall’altra, però, ci sono cose che non ho apprezzato granchè.
Partiamo dai protagonisti.
Elisabeth è una ragazza di soli sedici anni che ama i libri, è un’esperta della biblioteca anche perché è stata educata ad un’età più giovane rispetto agli altri. Il suo desiderio è diventare una guardiana e vuole dimostrare ai suoi superiori di meritarlo. I grimori le parlano, solo lei può sentirli, solo lei può sentire la biblioteca e inoltre sembra essere più forte rispetto agli altri quando si tratta di resistere a traumi fisici e ai poteri magici altrui e quindi a possibili tentativi di controllo. Ciò che però emerge fin da subito è una debolezza caratteriale di questo personaggio, una passività agli eventi che la circondano e, nel mio caso, una debolezza anche nel coinvolgermi e farmi affezionare. Elisabeth ha un compito importante ma sembra a volte troppo ingenua, a volte troppo remissiva e mansueta, e soprattutto in balia degli eventi. Il più delle volte mi è sembrato che le cose andassero a finire bene non per le sue capacità ma semplicemente per un colpo di fortuna! Apprezzo il suo interesse per i libri, il fatto che riesca a “comunicare” con loro e a prendersene cura, ma questo non mi è bastato a legarmi a lei. Nelle ultime cento pagine il suo personaggio prende qualche punto in più, finalmente è più attiva, sembra riuscire ad unire i puntini e ad avere giuste intuizioni. A quel punto sono riuscita ad entrare più in sintonia con il personaggio.
Nathaniel è il protagonista maschile ed io, per la maggior parte del tempo, mi sono chiesta quale fosse effettivamente il suo ruolo, perché non capivo la sua utilità . In effetti il suo personaggio ha più peso man mano che si va avanti, all’inizio addirittura si dichiara contrario ad aiutare Elisabeth nel suo piano, nonostante la possibilità di fare la differenza nel salvare il regno. Ecco, questa repulsione all’azione non mi ha dato una bella impressione di lui. Certo, al primo incontro con Elisabeth sono stata affascinata da questo mago misterioso, ma per trovare di nuovo quell’interesse ho dovuto aspettare le ultime cento pagine. Per tutto il tempo Nathaniel è schivo, poco presente, qualche volta è sarcastico e sfrontato ed è interessante questo suo atteggiamento, peccato che emerga molto poco, nascosto com’è sotto il suo essere distante e tormentato. La sua storia la conosciamo più avanti e forse capire le sue motivazioni ci spinge un po’ di più ad avvicinarci ma, con me, è stato un po’ difficile. Un personaggio talvolta contraddittorio, anche se forse dipende dal fatto che è un ragazzo di diciotto anni, solo, con vicende tragiche alle spalle, alcune responsabilità , una certa reputazione ed è quindi una persona che soffre, tormentata e combattuta. Avrei voluto che fosse più attivo rispetto a ciò che stava accadendo, non chiudendosi nel suo studio come la maggior parte del tempo, ma affiancandosi ad Elisabeth e facendolo con convinzione. Per vedere tutto questo dobbiamo aspettare un bel po’.
Il mio personaggio preferito? Silas. Gentile ma misterioso, tuttofare e potente. Questa storia sarebbe stata inconcludente senza di lui! È il collante di tutto ma non voglio svelarvi altro, lo scoprirete leggendo.
La vera protagonista per quasi tutto il tempo rimane
Elisabeth, perciò
Nathaniel rimane un po’ in disparte e così il rapporto tra i due ragazzi.
L’autrice lo definisce un “epic
fantasy” dove la parte romance è una sottotrama, non l’elemento cardine
della storia. Le cose tra i due non
iniziano bene, c’è diffidenza, una certa ostilità , però anche curiositÃ
reciproca. Molto presto le cose si aggiusteranno e sarà chiaro che c’è un
interesse più profondo che solo con il tempo maturerà e verrà alla luce.
“È un onore combattere al tuo fianco, Elisabeth, anche se durerà poco. Mi hai ricordato come si vive. Che vale la pena avere qualcosa da perdere”
Sono due protagonisti contro tutti e tutto, alla ricerca di
risposte e di soluzioni per fermare il male che si sta abbattendo sul regno.
Per buona parte del libro anche la loro missione mi sembrava banale, quasi un
correre verso il nulla, però andando avanti le azioni si sono chiarite meglio e
alla fine sono riuscita ad apprezzare la direzione della storia.
L’inizio del libro è stato lento ma ammaliante, andando
avanti l’ho trovato semplicemente un po’ lento, ero piena di dubbi e c’erano
tante cose che non apprezzavo o non capivo. Ecco, questo è un altro aspetto che
secondo me ha penalizzato la storia: alcune cose non vengono spiegate come si
deve. Non capivo chi avesse la magia e chi no, se ci fosse una differenza tra
magister e mago (credo di no?), non è stato spiegato bene cosa vuol dire essere
guardiani e in cosa consiste esattamente il Collegium, dove si formano i
guardiani o ancora il Magisterium. Sono elementi che sono rimasti solo
accennati qua e là , quasi come se non fossero importanti. Mi sono rimasti
ancora dei dubbi, ma la cosa positiva di questo libro è che è un autoconclusivo, quindi non c’è nessun seguito e potete concludere la lettura lì. Se ci fosse
stato un seguito probabilmente avrei dovuto valutare bene l’eventualità di
continuare.
Concludo dicendovi che la parte che più mi ha preso è quella
delle ultime cento pagine: finalmente la storia si fa incalzante e interessante, anche negli avvenimenti e non solo nelle atmosfere e nei luoghi (e quindi nello
sfondo). Ho iniziato ad apprezzare di più i protagonisti, che mi sono risultati
più dinamici, chiari e forti nelle loro azioni e intenzioni. Ci sono stati suspense, azione e mistero e il gran finale ha coinvolto i libri stessi
nell’azione, dimostrando che forse i grimori non erano lì solo per sussurrare e
incutere timore, forse anche loro meritavano di più e volevano fare di
più. Alla fine anche il rapporto tra
Elisabeth e Nathaniel mi ha coinvolto maggiormente, forse perché finalmente
tutto aveva trovato una sua direzione. Lo confesso: sul finale mi sono anche un
po’ commossa per alcune cose.
Comunque è incredibile, in questa storia mi sono affezionata più ad un demone
che ai due protagonisti!
Sorcery of thorns è un libro pieno di magia ed
“effetti speciali”, suggestivo e con parecchio potenziale. A mio avviso il suo
potenziale non è stato sviluppato al meglio, ma leggendolo c’è chi potrà dirsi
comunque soddisfatto. Solo leggendolo, infatti, potrete capire se questa storia fa
per voi.
Un ringraziamento speciale alla Oscar Mondadori per la cura
del cartaceo del libro e per averlo portato in Italia con il titolo originale e
la meravigliosa cover originale!
il mio voto
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