Per circa una settimana, al primo posto della classifica dei più visti di Netflix Italia (ma anche di Netflix di altri paesi) c’è stato Shadow and bone. Cos’è e da dove viene?
Shadow and bone, in italiano Tenebre e ossa, è una serie tv fantasy tratta dall’omonima trilogia di Leigh Bardugo. È la storia di una ragazza ordinaria che scopre di avere dei poteri straordinari e di essere colei che può salvare la nazione di Ravka eliminando la Faglia mortale che la divide in due. Certo, questa è l’estrema sintesi perché la storia è molto più di questo, è soprattutto, almeno dai libri, la storia della sua protagonista, una ragazza che, con paure, dubbi e insicurezze, scopre un nuovo mondo e si accinge, per forza di cose, a intraprendere il percorso che la porterà ad essere la potenziale salvatrice di quel mondo, non senza sacrifici, rinunce e dolori.
Da grande fan dei libri ero molto eccitata ma preoccupata per
questa serie tv. È risaputo che le trasposizioni non riescono a rendere
giustizia alle opere letterarie a cui si ispirano, sia perché parliamo
di due mezzi diversi che comunicano in modo diverso, sia perché è difficile
rendere sullo schermo, grande o piccolo, una storia complessa che nella realtà
prende molte pagine e prevede una determinata impostazione. Potremmo citare una
marea di serie tv e film tratti da libri che sono stati una delusione o un
fiasco totale, quindi per un lettore è normale partire un po’ prevenuto.
Per fortuna però, Shadow and bone
riesce molto meglio di altre trasposizioni!
Shadow and bone fin dai primi episodi si rivela una serie di qualità, con attori credibili, ambientazioni suggestive e una storia accattivante e davvero magnetica. Una serie che riesce a entusiasmare gli spettatori che non hanno letto i libri e ad accontentare anche chi li ha letti (con delle eccezioni, ma ci torneremo tra poco).
Innanzitutto occorre dire che la prima stagione vede
alternarsi la storyline del primo libro, Shadow
and bone, con quella che prende spunto dai personaggi e dalle
ambientazioni dello spin off, Six of
crows. Da una parte c’è la storia di Alina, Mal, l’Oscuro e i Grisha,
che si muovono a Ravka, dall’altra parte ci sono i Corvi, cioè Kaz, Inej e
Jesper (per ora) ,un trio che si dedica ad affari un po’ pericolosi e illeciti e che si muove tra le strade di Ketterdam. In più seguiamo, per alcuni
episodi e alcune scene, altri due personaggi che arrivano da Six of Crows: Nina e Matthias, una
Grisha e un cacciatore di Grisha, che da preda e predatore scoprono poi un’alleanza
particolare.
Ci colpisce la rappresentazione di Ravka e della città di
Ketterdam, soprattutto perché rende bene il mondo descritto nei libri. Ravka si
ispira alla Russia zarista dell’Ottocento e nella serie tv ci muoviamo dai paesaggi
sconfinati, alla Faglia popolata dai Volcra, alle foreste, ai maestosi e
bellissimi palazzi del potere. Budapest e l’Ungheria in questo si rivelano set
straordinari.
Ma passiamo a Ketterdam che, confesso, ho adorato!
Ketterdam deve essere una città di scambi, di mercanti, di uomini alla ricerca
di guadagno o di vizi, ladri e truffatori, tra bordelli, locali e sale da gioco
e la serie crea un’atmosfera pazzesca e assolutamente pertinente, in cui ci si
muove tra luoghi attentamente ricostruiti.
Da precisare che la storyline dei Corvi è attualmente
inventata perché quella del libro è ambientata solo anni dopo la prima
trilogia. Ci sono alcuni spunti presi effettivamente dal libro, perché il libro
ci racconta qualcosa del passato dei protagonisti, ma per il resto le vicende
sono state inventate. Nei libri non c’è nessuna ricerca di Alina da parte dei Corvi,
né la storia va a convergere con l’altra, proprio perché lì parliamo di tempi e spazi diversi.
La cosa incredibile è che, per quanto riguarda i libri, ho
adorato Shadow and bone, invece qui
ho trovato più affascinante la storyline dei Corvi!
È però una questione di gusti e chi ha visto la serie ha potuto apprezzare la
rappresentazione davvero suggestiva e accattivante di entrambi questi mondi con
i loro personaggi. La differenza tra i due è che in Shadow and bone la storia si basa più sull’aspetto fantasy, in Six of crows la storia ci concentra
invece sull’azione, su piani ingegnosi, macchinazioni, truffe, missioni
pericolose e “sottocopertura”.
Ho apprezzato moltissimo il cast e trovo che i personaggi
portati nella serie tv siano molto vicini ai personaggi dei libri, anche se
alcune differenze ci sono (le vediamo tra poco). Riusciamo a seguire i
personaggi e a sentire ciò che ci comunicano come se fossero reali. I personaggi
e gli attori che li interpretano riescono a coinvolgerci e a farci sentire
parte di un mondo affascinante e fuori dall’ordinario.
Un aspetto positivo della serie è che ci permette di vedere vicende che nei libri vengono raccontate solo indirettamente, perché
i libri sono narrati dal POV della protagonista. Inoltre la serie riesce a
interpretare il libro in modi inediti, facendoci arrivare con una potenza
diversa i vari elementi della storia, senza doverla necessariamente cambiare.
In alcuni episodi la serie risulta più lenta, in altri molto incalzante ma in entrambi i casi riesce a tenere incollati allo schermo. Da lettrice ho trovato una maggiore fedeltà ai libri fino al quarto episodio, dal quinto in poi ci sono stati molto elementi che mi hanno disturbato perché hanno cambiato la storia originaria in modo importante e forse definitivo.
Trasportare un libro su uno schermo non vuol dire non fare
cambiamenti ma vuol dire sapere quali cambiamenti fare e in che modo. Qui sta
la bravura di crea la serie e quindi la riuscita della serie.
Per quanto sia una delle serie più fedeli all’originale
storia dei libri,devo mettere in evidenza quelle che sono state le criticità.
Ci sono stati piccoli cambiamenti trascurabili, altri invece sono cambiamenti
alquanto importanti.
Da qui
iniziano gli spoiler, per cui non continuate a leggere se non l’avete
completata!
Ecco una lista degli aspetti che ho analizzato nel rapporto
tra libro e serie TV.
Ambientazioni: ricostruzioni davvero realistiche e
fedeli all’idea che c’è dietro.
Personaggi e cast: I personaggi sono stati creati per lo più come nei libri e ogni membro del cast ha saputo interpretare fedelmente la natura del personaggio, ma ci sono state delle eccezioni. Riporto le eccezioni.
In linea generale Alina
è fedele al libro ma nella serie tv è un po’ troppo allegra e si gode troppo la
vita a palazzo. Alina dei libri è cupa, è spaesata, è a volte sarcastica, è
impaurita, sente un profondo senso di solitudine e infine si sente tradita, non
sa più in cosa credere ed è combattuta. La serie non è riuscita a riportare
tutto questo se non in minima parte. L’attrice è stata brava nell’interpretare
il ruolo, il problema è il personaggio, che nella sceneggiatura risulta meno
complesso di quanto è nell’opera letteraria. Inoltre nella serie tv si dice
che Alina è metà shu e quindi per questo viene spesso discriminata , ma tutto ciò è
inesistente nei libri.
Mal differisce un po’ dai libri. Ho apprezzato molto il modo in cui hanno rappresentato la sua complicità con Alina, soprattutto con il sovrapporsi delle scene tra passato e presente. Sono riusciti a ricreare quel sentimento di affetto, di complicità e di quasi devozione che hanno questi due personaggi ma nei libri ho sentito una maggiore vicinanza al personaggio di Mal e sono stata maggiormente trasportata dal legame tra i due. Questo però è molto soggettivo.
Un appunto anche sul personaggio di Genya, che ho trovato troppo fredda e distante. Nei libri è più coinvolgente, si sente il legame particolare che ha creato con Alina, si sente la complessità di un personaggio che non ha una posizione facile e felice.
Il personaggio che per me è stato un NO assoluto: David. Nel libro ha la sua importanza,
anche se ancora minima. Nei libri è impacciato, se ne sta sulle sue, sempre
preso dai suoi esperimenti, sempre sui libri. Nella serie non è impacciato ma
imbranato, non è timido e insicuro su certi argomenti ma è ridicolo. Ecco,
hanno ridicolizzato questo personaggio.
Oltretutto per me è un NO anche l’attore scelto.
Zoya: nei libri il suo personaggio arriva gradualmente al centro delle vicende, qui c’è stato un evidente tentativo di darle più peso di quanto ne ha realmente avuto nel primo libro. Sono state distorte delle cose, si è detto che lei ha fatto qualcosa che invece non ha fatto e viceversa. Inoltre la si è portata molto facilmente dalla parte dei protagonisti, o almeno in una luce più positiva. In fin dei conti però la rappresentazione del suo personaggio non dispiace.
Il personaggio per cui sono letteralmente impazzita è Jesper! Nei libri il suo personaggio
non mi ha esaltato più di tanto, qui invece è stato fatto un lavoro eccezionale
e credo che l’attore abbia un grande merito nella sua brillante riuscita. Un
personaggio che risulta sempre ironico e divertente e che ci trasmette il buon
umore anche di fronte a situazioni critiche. Quante risate, soprattutto con la
sua capra!
Scene inedite: come ho già detto, è stato possibile ricreare scene di cui nei libri ci viene raccontato solo indirettamente, in quanto non le ha vissute la protagonista dal cui POV è narrata la storia. Ciò ha reso possibili anche interpretazioni delle vicende e ha permesso di conoscere meglio personaggi altrimenti visti solo di sfuggita.
Il nome dell’Oscuro. L’Oscuro è conosciuto e chiamato come tale per tutti i libri. Aleksander è il nome che verrà rivelato solo alla fine e non sarà dato conoscere a tutti (non fatemi fare spoiler). Vederlo rappresentato con il nome di Aleksander Kirigan mi ha fatto storcere il naso.
Rapporto Alina e Oscuro. Ciò che ho trovato imperdonabile è
stata l’interpretazione errata del rapporto tra Alina e l’Oscuro, un rapporto
completamente travisato, almeno nella parte iniziale. Non esiste che Alina "si
butti addosso" all’Oscuro e non esiste alcun romanticismo tra i due. Il loro
rapporto deve essere ambiguo, fatto di attrazione e allo stesso tempo
repulsione, di desiderio ma anche di rabbia. Cedono ma non vorrebbero. Il loro
rapporto complicato è uno dei punti chiave di questa trilogia, simbolo del
confine sottile tra odio e amore, tra bene e male e non riportarlo
correttamente vuol dire non aver capito nulla. Per fortuna, dopo la loro “crisi”, la rappresentazione
è stata più pertinente.
La convergenza delle due storyline. Un problema importante della serie è stato far convergere la storyline “ispirata” di Shadow and bone con quella “inventata” dei Corvi. Ciò determina un cambiamento totale che, inevitabilmente, se ci sarà una stagione successiva, pone dubbi su un prosieguo fedele ai libri, soprattutto fedele alla serie Sei di corvi, che oltretutto si trova ancora lontana dall’arco temporale dei libri. Per cui la domanda è: anticiperanno le vicende del libro Sei di corvi, oppure continueranno a inventare?
I Corvi: li abbiamo visti fallire, abbiamo
visto Kaz fallire e questo è strano per
chi ha letto i libri, dove i Corvi sono sempre un passo avanti, infallibili,
soprattutto Kaz. Diciamo che possiamo perdonare questa riproposizione dei Corvi
argomentando una minor esperienza dei ragazzi rispetto alle vicende di Sei di corvi, che, sempre se si rispetta
l’arco temporale dei libri, sono di qualche anno successive. Forse i Corvi
stanno ancora facendo esperienza!
Effetti speciali. Mi sono piaciuti gli effetti
speciali, considerando che anche alcune ambientazioni non erano reali, oltre ai
poteri dei Grisha. L’unico effetto speciale su cui ho da ridire è quello che
coinvolge il potere di Alina. Tutta quella luce era davvero innaturale!
Il finale. Non voglio trovare troppi difetti
ma tutte le differenze del finale potevano essere risparmiate. Hanno
addirittura fatto un mix tra finale del primo libro e finale del terzo! In fin dei conti però l’episodio finale risulta gradevole.
Insomma, chi non ha letto i libri troverà una serie
accattivante, ben fatta e avrà perfino voglia di leggere i libri (anche perché
alcune cose non sono state spiegate bene a chi è nuovo in questo mondo) e chi
ha letto i libri potrà comunque dirsi soddisfatto.
Visto il successo credo proprio che ci sarà una seconda
stagione, adesso non ci resta che sperare che i cambiamenti che faranno non
saranno troppo dolorosi per i fan dei libri.
Io, nonostante tutto, ho apprezzato la serie e la riguarderei
subito!



















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