Buongiorno lettori e
lettrici,
oggi vi parlo di Facciamo finta che mi ami di Elena
Armas, una commedia romantica che sta spopolando tra i lettori e che ha fatto
discutere in positivo e in negativo. A me sarà piaciuta? Venite a scoprirlo.
Editore: Newton Compton Editori
Trama
Recensione
Catalina vive e lavora a New York, ma è originaria della
Spagna, paese che ha lasciato dopo la fine di una relazione che l’aveva fatta
soffrire in più di un modo. L’inizio del “disastro” sarà segnato da una bugia:
la sorella si sta per sposare, l’ex di Catalina farà da testimone allo sposo e
sarà presente con la sua nuova fidanzata, così lei annuncia che parteciperà
alla cerimonia insieme al fidanzato, che però… non esiste!
Il disastro è fatto e a Catalina tocca trovare qualcuno che
finga di essere il suo fidanzato almeno per i giorni in cui andrà in Spagna per
la cerimonia. Alla fine, l’unico ragazzo disponibile sembra essere Aaron, il
suo affascinante collega d’ufficio con cui, però, ha un pessimo rapporto. Cosa
potrebbe mai peggiorare questa situazione? Ah sì, la scoperta di sentimenti
inaspettati proprio per il suo nemico di lavoro, ora finto fidanzato…Aggiungiamo
una famiglia impicciosa e il gioco è fatto!
Facciamo finta che mi
ami è una commedia
romantica, ma anche un office-romance, racconta una fake-relationship, un amore hate-to-love , ma è anche una storia d’amore slow burn.
Facciamo finta che mi
ami è l’unione di
cliché e trope tipici dei romanzi
d’amore ma, come si dice, a volte chi fa tanto non fa nulla bene e Elena Armas
un po’ si perde in questo marasma di elementi, tutti accattivanti, ma il cui
sviluppo lascia qualche perplessità. Il problema, infatti, non è mai la presenza
di elementi già visti, ma il modo in cui l’autore della storia riesce a gestirli
e, in questo caso, a mio avviso, Elena Armas non è riuscita a gestire sempre bene
le molteplici anime di questa storia.
Il problema di questo libro è soprattutto la prima parte,
quella che funge da introduzione per quasi il 40% del libro, quella che fa emergere
alcune problematiche nello sviluppo. Per ogni situazione descritta Elena Armas
si dilunga molto, il più delle volte troppo,
facendo perdere potenza alla scena descritta, rendendo la lettura lenta e un
po’ pesante. All’inizio la storia ci porta alla scoperta di Catalina, del luogo
di lavoro con i suoi problemi, del rapporto problematico con Aaron, il suo
collega, e in generale della sua vita. Il rapporto con Aaron risulta poco
chiaro, poco chiaro l’odio che intercorre tra i due e gestite poco bene le
dinamiche tra i due, proprio per questa mancanza di chiarezza nel racconto.
Catalina è una ragazza solare, simpatica, travolgente,
talvolta impacciata e questo la induce a parlare tanto e a ritrovarsi spesso in
situazioni buffe. È una grande lavoratrice, ma sul luogo di lavoro deve farsi
valere laddove prevale il maschilismo e perfino una certa forma di
mobbing. Sul luogo di lavoro, poi, c’è
una persona con cui è partita proprio nel modo sbagliato: Aaron.
Aaron è affascinante, grande lavoratore, preciso, puntale,
impeccabile ma anche taciturno, serioso e imperscrutabile. Non ride mai, non si
sa mai cosa gli passi per la testa, ma sembra che trovi irritante Catalina.
Quando Catalina dovrà ritornare a casa per il matrimonio
della sorella, la situazione richiederà un’organizzazione che contempla anche
Aaron.
Lina decide che non potrà andare da sola al matrimonio. Il
sue ex porterà la fidanzata, invece lei, ancora scottata dopo la fine della
relazione, stenta ancora a fidarsi degli uomini, non ha un fidanzato e teme già
le chiacchiere della sua famiglia e dell’intero paese che la compatiscono per
il suo status da single. Mai avrebbe pensato di considerare proprio Aaron come
finto fidanzato da portare a casa per fingere di aver ricucito la vecchia
ferita e iniziato una relazione felice.
Uno scambio di favori e un po’ di tempo insieme al lavoro
sarà l’inizio di un legame particolare che poi, con l’arrivo in Spagna,
rivelerà qualcosa di più profondo ed evolverà.
All’inizio tra i due c’è qualche problema, c’è della
tensione, i due non sembrano sopportarsi, anche se non si percepisce chiaramente
questa situazione, in alcuni momenti sfugge qual è esattamente la natura del
loro rapporto. L’inizio dello scambio di favori costituisce ancora un problema
nello sviluppo delle dinamiche di coppia, ancora non rende chiara la piega che
prenderanno gli eventi e un po’ Elena Armas si perde nel racconto di situazioni
che sembrano non portare da nessuna parte.
Dall’arrivo in Spagna la storia gradualmente migliorerà,
sebbene non di tantissimo e non in modo costante, e allora la lettura risulterà
più accattivante.
Tra Lina e Aaron c’è un’attrazione costante e una tensione
sessuale che diventa così forte da esplodere in maniera potente e travolgente.
Si tratta di una storia slow burn,
per cui i protagonisti arriveranno molto tardi a dare sfogo ai loro sentimenti, ma quando lo faranno varrà tutto il tempo aspettato. Amo particolarmente le
storie slow burn, perché la tensione
ha modo di accumularsi e di creare scene particolarmente stuzzicanti, come
avviene in questo libro. Ho adorato le scene passionali, la tensione sessuale è
forte, intrigante, davvero caliente e
quando arriva ad esplodere travolge tutto.
Non mi è dispiaciuta Lina, ha portato brio, ha dato vitalità alla storia, Aaron invece è un personaggio che all’inizio non riuscivo a farmi piacere, o almeno non sempre. Di lui emergono sprazzi di dolcezza, di premura, ma all’inizio si perdono in tutto il resto e il carattere del personaggio non aiuta. Più avanti sono riuscita ad apprezzare la vera natura di Aaron, che emerge pian piano, sempre di più e che svela un ragazzo dal cuore grande e capace di tanto amore e passione! Peccato che rimanga un personaggio troppo finto, costruito ad hoc per combaciare con la protagonista, costituendo la sua controparte in grado di completarla per opposizione ma, guarda caso, dotato di gusti totalmente affini alla protagonista che lo rendono il ragazzo ideale.
Un personaggio bellissimo, dai grandi sentimenti, dai gusti precisi, che sembra fatto apposta per piacere e per questo un po’ crea l’effetto opposto.
Che poi la protagonista insista continuamente (in ogni pagina) sulla sua bellezza fisica e su quanto questa la metta a dura prova, non aiuta a rendere più naturali e credibili le cose.
In fin dei conti, però, la
coppia funziona, l’opposizione dei due caratteri rende perfetta la loro unione
e la chimica tra i due è palpabile e le scene che ne vengono fuori davvero dolci, perciò più avanti nella narrazione non sarà
difficile affezionarsi.
«Anche tu sei felice?», gli chiesi coprendogli il palmo con il mio.
«Non so se sono in grado di esprimere a parole quanto». Si portò la mia mano
alla bocca e mi sfiorò il dorso con le labbra.
«E non solo perché finalmente sei dove sei in questo momento».«Cioè, nel tuo letto?». Mi avvicinai fino a sfiorarlo con le cosce.
Mi strinse con delicatezza le dita come a tirarmi più vicino a sé.
«Sì, ma anche qui con me. Proprio dove ti ho sempre voluto».
Facciamo finta che mi
ami riserve anche scenette
davvero divertenti e un punto a favore di questo libro è sicuramente il
racconto di scene familiari che arricchiscono la narrazione, le danno quel
tocco in più che rende la narrazione più frizzante, variegata, non
necessariamente vincolata alle sole dinamiche funzionali al rapporto di coppia.
Un aspetto che ricerco sempre nei romanzi rosa, quel racconto variegato che
esula dalla storia d’amore, ma che non sempre si trova. Leggere questo libro è
un po’ come vedere quei film dove ci sono matrimoni, parenti impiccioni,
presenze scomode e scene imbarazzanti ma esilaranti. I capitoli finali mi hanno
anche commosso.
Facciamo finta che mi
ami è un libro molto
chiacchierato, in diversi paesi, eppure dalla mia lettura non sono emersi
elementi che rendano la storia di particolare merito o attenzione. È un libro
carino, ma non è nemmeno la più carina tra le commedie romantiche, ha dei punti
a favore, ma ha anche dei difetti, non apporta nessuna novità al genere, non ha
elementi che lo distinguano troppo o che facciano gridare “wow” e non lo considererei
il libro della vita da leggere a tutti i costi.
È una storia che però migliora e che alla fine piace, anche
se per qualcuno potrebbe richiedere un po’ di sforzo per superare una prima parte
più lenta e problematica. Potevo fare a meno di questa lettura, ma in fin dei
conti ho trovato degli elementi piacevoli e quindi la consiglierei a chi non è
esigente, a chi cerca una lettura da ombrellone, per nulla impegnativa, un po’
diversa dal solito per varietà (e quantità) di situazioni, che mescola tanti
elementi, che è romantica e simpatica e ruota attorno ad una coppia che sa
gradualmente conquistare il cuore dei lettori.
Sono curiosa di leggere il prossimo libro dedicato ad un’altra
coppia (Rosie, l’amica di Catalina, vi dice nulla?).
il mio voto
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