Buongiorno lettori e
lettrici,
oggi vi parlo di un
epic fantasy, primo romanzo di un giovane autore italiano. A seguire la mia opinione su Il fato di Lènnakos- Storie dalle terre
degli dei di George C. Davies.
Editore: Le Mezzelane Casa Editrice
Pagine: 248
Trama
Recensione
Isabel è una giovane ragazza di Lènnakos tormentata dal
ricordo della madre, Annabel, scomparsa misteriosamente. Vive con il fratello
Luke e il padre Thomas, ugualmente sofferenti per la scomparsa di Annabel.
Spinta da un sogno criptico e forse determinato dagli dei e incoraggiata dal nonno
Dèfal, Isabel deciderà di partire per raggiungere la dimora degli dei, sperando
di scoprire la verità su quanto accaduto. Il viaggio le darà però delle
risposte diverse, inaspettate, che le riveleranno la presenza di un pericolo
imminente per la città di Lènnakos. Isabel avviserà la sua città, che si
accingerà così a preparare la difesa contro un potente e pericoloso nemico.
Il fato di Lènnakos racconta una storia che sembra avere
grandi ambizioni ma che, nello sviluppo, non riesce a metterle in pratica come
potrebbe. Il mondo raccontato si compone di vari territori e viene descritto
talvolta più dettagliatamente, altre volte meno. Non è facile farsi un’idea di
questo mondo, sicuramente una mappa avrebbe aiutato, ma in generale non c’è un
grande approfondimento, quindi questo aspetto riesce a non pesare troppo.
Apprezzabili le descrizioni, che riescono ad essere suggestive e dettagliate,
così come è interessante la presenza di particolari creature fantastiche.
Si tratta di un primo libro di serie e, in effetti, si
intravede la volontà di delineare un’introduzione a questo mondo, tuttavia la
storia procede a volte in modo molto frettoloso, altre volte si concentra
troppo su particolari che rischiano di rendere pesante la lettura. In
duecentotrenta pagine si concentrano diversi eventi, tutti però avrebbero
bisogno di un maggiore approfondimento, così come la psicologia dei personaggi.
I personaggi del Fato di Lènnakos sono
delineati in modo piuttosto semplice, su alcuni l’attenzione si concentra di
più (e quindi anche la costruzione è più dettagliata), su altri molto meno.
Isabel è una protagonista verso la quale spesso ho provato antipatia: l’ho trovata coraggiosa ma incosciente nel suo coraggio, troppo incline ad arrabbiarsi se gli altri si mostravano opposti rispetto alle sue idee e ad i suoi piani.
La paura di aver deciso di avventurarsi fin lì solo per un sogno la tormentava, ma la speranza di trovare la verità la spingeva a continuare.
Luk, il fratello, è un ragazzo solare e volenteroso, Dèfal, il nonno, un uomo
dotato di saggezza e determinazione. Compaiono poi altri personaggi, come
Thomas, il padre dei ragazzi, o Dolonis, un ragazzo misterioso che avrà un
ruolo rilevante da un certo punto in poi. Tutti però agiscono in maniera troppo
repentina, tutti risultano poco naturali nell’accettare i misteri che li
circondano e nell’agire di conseguenza. Isabel parte per un viaggio pericoloso
e folle SOLO per aver avuto un sogno e lo fa immediatamente, mentre il padre,
che cerca di fermarla, viene fatto passare come un personaggio strano per
questa sua opposizione! Insomma, ho trovato poco realismo in ciò che è
accaduto, ho trovato situazioni talvolta surreali e poco naturali e soprattutto
azioni troppo frettolose. C’è anche una piccolissima parte romantica sia per
Isabel che per Luk, ma il loro innamoramento con i partner coinvolti è talmente
veloce da risultare poco credibile, tanto da percepisce un vuoto nel passaggio
dalla conoscenza all’innamoramento.
Personalmente non sono riuscita a empatizzare con i
personaggi e, in generale, trovo troppa lentezza nei fantasy che si concentrano
per lunghe parti su un solo personaggio e sul suo percorso, come nel caso di
Isabel, per una prima parte. Avrei preferito una maggior attenzione alle
dinamiche tra i personaggi, maggior spazio alle loro interazioni e un approfondimento
delle ragioni dietro le loro azioni. In ogni caso, la storia ha del potenziale
e riesce a stupire nel finale (anche se verso la fine avevo capito!).
La scrittura e lo stile di George C. Davies risultano acerbi
e hanno bisogno di trovare un equilibrio. Ho trovato in alcuni punti un tono
troppo solenne, risultatomi innaturale e poco adatto alla storia creata, ho
trovato che anche i dialoghi fossero un po’ forzati e poco naturali. Non sono
riuscita ad apprezzare del tutto questo tipo di scrittura, ma queste “ingenuità”
sono comprensibili per un autore che è agli esordi. Una scrittura che riesce a
fare un discreto lavoro, senza scivolare in problemi troppo rilevanti, pur lasciando
spazio ad un buon margine di miglioramento.
In base a come è stata scritta questa storia l’idea è che
l’autore possa rendere meglio nei racconti e infatti si è espresso anche in
questo campo (tre racconti nell’antologia “Storie e altre storie”).
Si sente l’interesse dell’autore per la materia trattata, ma
molti degli aspetti menzionati mi hanno reso difficoltosa la lettura, che
infatti ho portato avanti per qualche mese e con poca volontà. Purtroppo tra me
e questa storia non è scattata la scintilla (nonostante io ami gli epic fantasy), ma sicuramente ci sono
buone premesse e si percepisce l’impegno dell’autore nel costruirla, quindi
potrebbero essere necessari semplicemente pratica ed esperienza per migliorare.
Una menzione alla cover e alle illustrazioni (sono tre), che danno un tocco in
più alla storia e sono davvero belle.
Il fato di Lènnakos è una storia che unisce il viaggio
della protagonista, una guerra e il destino di una città e dei suoi abitanti,
contemplando coraggio, determinazione e vendetta.
[...] la vita è dura, un continuo susseguirsi di sfide e pericoli, ma bisogna avere la capacità e la forza di non soffermarsi a pensare a quello che abbiamo perso. Andare avanti: questo è ciò che ci rimane.
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