Buon pomeriggio lettori e lettrici,
oggi vi parlo di Per sfiorare le nuvole di Chiara
Parenti, il seguito di Per lanciarsi
dalle stelle (che trovate anche adattato come film su Netflix). Il libro
può essere letto senza il precedente. A seguire qualche informazione e la mia
opinione.
Editore: Garzanti
Pagine: 372
Trama
Recensione
Per sfiorare le nuvole di Chiara Parenti racconta la storia
di Sole, ma anche quella di tutti noi. Dopo due anni dalle vicende del primo
volume, si ritorna nella vita della protagonista, che però non è rosea come si
potrebbe pensare.
Sole è una ragazza che, presa da tanti impegni, ha perso di
vista se stessa, mettendo da parte passioni, desideri e sogni. Sole si è
trasferita a Roma con il fidanzato Samuele, artista che ha aperto una galleria
d’arte, ma da quando è nella città eterna sembra che non abbia un attimo di
tempo per respirare, sempre presa da una lunga lista di cose da fare. C’è la
casa da sistemare, c’è l’amica che le chiede di badare alla sua bambina, c’è l’altra
amica che le chiede continui passaggi, c’è la vicina di casa che ha sempre
bisogno di favori (soprattutto economici), ci sono le richieste continue e
assurde del suo caporedattore e infine c’è lo studio universitario, sempre
messo dietro al resto, sempre sacrificato, quasi abbandonato. In tutto questo
conosce Gertrude, una famosa e stravagante scultrice, che la obbliga a
diventare sua assistente. Sarà proprio l’esperienza con Gertrude, che sta
organizzando un documentario su di sé, a mettere alla prova la protagonista,
aprendole gli occhi, facendole capire che a volte bisogna smettere di dire “sì”
e iniziare a dire “no”, smettere di pensare a ciò che c’è da fare e preparare
una lista di cose da non fare. Solo
così potrà pensare di ritrovare se stessa e capire chi desidera essere. In
quest’esperienza viene coinvolto anche Massimo, la sua cotta adolescenziale, il
ragazzo che ha lasciato indietro ma che adesso metterà alla prova anche i suoi
sentimenti.
Non ho letto Per
lanciarsi dalle stelle e confesso che durante la lettura di Per sfiorare le nuvole mi è dispiaciuta
questa mancanza. Non è necessaria, ma sono sicura che, leggere anche il primo,
dia quel senso di completezza e di conoscenza che permette una partecipazione
emotiva anche più forte di quella che ho provato con la lettura del secondo.
In ogni caso, la storia di questo libro si regge
perfettamente in piedi da sola ed è supportata dai ricordi e quindi dal
racconto che fa la protagonista delle esperienze passate (che richiamano il primo
libro).
Così riusciamo ad entrare nella vita di Sole, a conoscerla
bene, riusciamo a vedere e a sentire la pressione degli impegni che ha
accettato anche quando non avrebbe dovuto. È un po’ come leggere la vita
frenetica e piena di tutti noi, alle prese con impegni, scadenze, favori, fino
ad arrivare a non avere più tempo per noi stessi, fino a perdere il senso di
ciò che si sta facendo, fino a non sapere chi si è, fino a non vivere più.
L’autrice è riuscita a raccontare perfettamente il senso di
stanchezza, di incertezza e di svuotamento della protagonista, rendendoci
partecipi di sentimenti familiari e rendendoci complici di una narrazione che è
estremamente verosimile.
Sento nitidamente il mio cronico senso di inadeguatezza, il timore di passare per egoista e il desiderio disperato di non apparire una cattiva persona che si scatenano al centro esatto del mio petto con la solita devastante furia.
Per sfiorare le nuvole è incentrato tutto sulla sua
protagonista, è lei che emerge, che ci coinvolge nella sua vita caotica e
piena, che ci fa entrare non solo nella sua vita, ma anche nella sua mente e
nel suo cuore.
Ci sono altri personaggi che ricorrono nella narrazione e
ognuno riesce a lasciare una sua impronta, anche se fa da contorno. C’è una
parte sentimentale che riguarda Samuele, attuale fidanzato, e Massimo, ex
cotta, ma non c’è la volontà di sviluppare concretamente un triangolo. Samuele
e Massimo vengono raccontati nella misura in cui incidono sulla protagonista:
la relazione con Samuele sembra ormai andare avanti per inerzia, mentre il
ritorno di Massimo fa riscoprire alla protagonista una parte di lei
(comprensiva di sentimenti) che ormai era stata messa da parte. Lo ammetto, mi
è piaciuto molto il personaggio di Massimo, che ha saputo sostenere la
protagonista con grande naturalezza, anche se il rapporto tra i due scorre tra
alti e bassi, per via di ciò che li ha uniti e poi divisi in passato.
Per quanto a volte sappia essere gelido, odioso, spietato, è una presenza sicura, imprescindibile. Forse perché Massimo non è una persona, è un posto. Un posto in cui posso essere me stessa con le mie paure e le mie idiosincrasie, dove posso lasciarmi andare, sbraitare, sbagliare, crollare. Un posto a cui poter sempre fare ritorno. Un posto come casa.
Il loro è un amore che è arrivato nel momento sbagliato e
quindi non è riuscito a esplicitarsi; adesso questo amore fa i conti con ciò
che ha lasciato dietro di sé ed è cauto, perché nella vita della protagonista
c’è già una persona, e la risoluzione del sentimento è stata rispettosa per
entrambe le parti.
Per sfiorare le nuvole ci insegna che nella vita bisogna
capire che ognuno può e deve cercare la propria strada, ognuno deve trovare il
coraggio di prendere in mano la propria vita, anche se può significare
allontanare gli altri o essere giudicati da loro. Ognuno è unico, ognuno ha
diritto alla sua libertà, ognuno segue la sua strada, perciò non ci si può
paragonare agli altri, non si può piacere a tutti e nemmeno si può essere
sempre accondiscendenti. A volte bisogna avere il coraggio di tagliare il
superfluo per lasciare spazio a ciò che conta davvero, bisogna capire che dire
di no agli altri può voler dire di sì a se stessi. Così ci si può liberare da
ciò che ci offusca la mente, da ciò che ci impedisce di respirare, di sognare,
di essere liberi. Così si può essere felici.
Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere: persone, idee, cose da fare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, altrimenti finisce che non resta niente.
Una storia che è una riflessione continua su di sé e sulla
vita, che lancia messaggi, che fa riflettere, che fa ridere e commuove. Consigliata!
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