Buongiorno lettori e lettrici,
oggi vi parlo di Vamps. Sangue Fresco di Nicole Arend,
un fantasy che ci porta all’interno di un’accademia di vampiri d’élite. Vamps dovrebbe essere il primo di una
serie, ma non si sa molto dal momento che, anche in lingua originale, è uscito
solo questo libro. Purtroppo la mia esperienza con questa lettura non è andata
come immaginavo. A seguire vi dico tutto.
Editore: Baldini Castoldi
Pagine: circa 440
Trama
Il padre non ha voluto o potuto spiegarglielo. «Lo capirai », gli ha detto prima di abbracciarlo e tornare a casa.
Cora, Angelo, Sade, Jeremiah sono solo alcuni dei compagni con cui condividerà tre anni alla VAMPS, il cui motto è In Tenebris Refulgemus – Nell’oscurità brilliamo – è il suo motto. Alcuni di loro sono gentili, curiosi nei suoi confronti, in fondo Dillon è il primo dhampir ammesso in quel prestigioso istituto. Altri lo guardano con disprezzo. Lo stesso Dillon dubita di sé, delle sue capacità di adattarsi: non ha mai bevuto sangue, non ha mai dormito in una bara, non ha mai volato… In lui batte un cuore umano. Eppure, quando assaggia il sangue per la prima volta ne vorrebbe ancora.
Dopo essere diventato Vampiro Eletto, Dillon deve dimostrare di avere le qualità che competono a un leader e difendersi da chi vorrebbe cacciarlo dalla scuola. E ora non può più andarsene. Perché deve scoprire i tanti segreti che lo riguardano.
Recensione
Quando ho letto la trama di Vamps ho subito pensato di metterlo nella lista dei libri che avrei
voluto leggere. L’elemento dell’accademia di vampiri mi ha fatto pensare a Vampire Academy di Richelle Mead, serie
di tanti anni fa che apprezzai molto. Vamps
di Nicole Arend, però, si è rivelato molto diversoda Vampire Academy e dalle aspettative, purtroppo non in positivo.
Il protagonista è Dillon, diciotto anni, giovane dhampir,
cioè mezzosangue, nato da padre umano e madre vampiro (che non ha mai
conosciuto). La sua vita è trascorsa tra gli umani, in Irlanda, insieme al
padre, finché non è stato deciso che fosse inviato alla Vamps, un’accademia
frequentata da vampiri, che si trovare tra le montagne svizzere. Dillon, però, non sa cosa voglia dire essere
vampiri e alla Vamps scoprirà molto su questo mondo, dovrà fare i conti con il
suo lato di vampiro, che si risveglia, e arrivare a scoprire qualcosa di più su
di sé. Dillon non solo è il primo dhampir ammesso nell’Accademia, ma la sua
presenza lì sembra non essere casuale, tutta legata al suo particolarissimo
sangue, caratteristica che lo porterà a correre rischi più grandi di quelli che
immaginava. Oltre a ciò, dovrà imparare a convivere con i compagni d’accademia,
giovani vampiri provenienti da famiglie importanti e piuttosto restii a
riconoscere la sua presenza in quel luogo.
Vamps racconta una storia piuttosto
semplice nel suo sviluppo, tra vita d’accademia, amicizie, inimicizie, sfide e qualche
nuova scoperta. Una storia che, però, finisce per essere poco solida e alquanto
debole.
Il racconto delle abitudini dei vampiri si riduce ad una
serie di luoghi comuni abbastanza banali e di discutibile gusto, all’interno di
un contesto accademico che sembra semplicemente alternare lezioni, prove di
abilità e interazioni – non troppo approfondite - tra compagni.
Non aiuta il fatto che vengano introdotti tutti i personaggi
nelle poche pagine iniziali, il che crea un po’ di confusione e incide per
tutta la durata della lettura. La storia è in terza persona e si focalizza su
Dillon, un ragazzo che sta conoscendo un nuovo mondo e un nuovo modo di vivere,
ma che all’inizio difficilmente si inserisce e accetta la sua nuova vita, così
come difficilmente è accettato e accolto dai compagni (e da qualche professore),
per via della sua natura. Seguiamo un suo percorso non facile ma di progressiva
scoperta, adattamento e maturazione, sebbene ci sia ancora strada da fare.
Intanto conosciamo anche gli altri personaggi, ma il problema
è che sono troppi, introdotti velocemente e tutti insieme, perciò non solo essi
non riescono ad avere una valorizzazione adeguata, ma impediscono al lettore di
arrivare a conoscerli nel modo adeguato, talvolta impedendo una chiara
distinzione, rendendo difficile ricordare come erano stati descritti.
Vamps racconta una storia che non poggia
su elementi forti, che non segue un obiettivo preciso, anche se poteva puntare
almeno su un elemento forte, cioè ciò che rende speciale il protagonista, che è
fonte di mistero e che poteva rappresentare il vero cuore della storia e motore
delle azioni.
È come se Vamps
fosse un raccontare per raccontare, senza direzione, senza scopo, senza sapere
perché lo si sta facendo e dove si vuole arrivare. La lettura risulta
ripetitiva e monotona e per me è stato necessario sospenderla e riprenderla più
volte, nell’arco di quasi due mesi. Non ho trovato la spinta per leggere, ogni
pagina sembrava durare quanto dieci pagine, la fine non si avvicinava mai e la
noia e la frustrazione si facevano sentire.
Nicole Arend ha una scrittura abbastanza fluida e semplice,
quindi la lettura non risulta pesante da questo punto di vista, ma lo diventa
per via del contenuto (povero) e delle scelte. Le ultime trenta-quaranta pagine
del libro sono quelle più dinamiche e interessanti, anche un po’ misteriose, ma
non bastano a riscattare l’intero libro.
Vamps propone una storia che manca di
forza, molto poco matura a livello di contenuti e quindi al massimo
apprezzabile se non si ha poca esperienza con i fantasy o se si è agli inizi o
se si è lettori giovanissimi.
Come lettrice di fantasy sono rimasta delusa da questa
storia, che non mi ha dato nulla né a livello di intrattenimento, né a livello
di contenuti ed emozione. Purtroppo, per una volta, non mi sento di
consigliarla, nonostante riconosca che ognuno ha propri gusti e aspettative e
quindi si potrebbe tentare un approccio alla lettura.
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