Buon pomeriggio lettori e lettrici,
oggi vi parlo di Emma’s Theory di Daniela Volontè,
l’ultima uscita dell’autrice che si inserisce nell’ambito del progetto Austen
Society. Austen Society è
un gruppo di sette autrici indipendenti di romanzi rosa che hanno deciso di
creare sette retelling di altrettanti libri di Jane Austen. Per questa terza
uscita del progetto, l’autrice Daniela Volonté si ispira al romanzo Emma di Jane Austen.
Editore: SelfPublishing
Pagine: circa 350
Trama
Ogni cosa mi sembra perfetta adesso, anche se non è così, eppure decido di zittire la mia coscienza e di aggrapparmi a questo momento.
Il dopo è un vuoto che non voglio affrontare adesso.”
“Vorrei trattenerlo il più a lungo possibile, perché so che è un addio. Ne ho la certezza, quando mi sussurra all’orecchio: «Perdonami, se ti ho fatto del male».
Ecco la sua decisione.
Una parte di me muore con quelle parole.”
Il mio nome è Emma Wood. Ho ventidue anni, senza presunzione posso definirmi una bella ragazza. Vivo nell’Upper West Side a New York City. Mi piace seguire le mode, ma se state pensando che io sia la classica bionda svampita, mi dispiace, devo correggervi. Sono laureata in Matematica e oltre ai numeri, la mia passione è formare coppie.
E proprio per aiutare le persone a costruire un rapporto duraturo, insieme alla mia amica Harriet, ho elaborato un’applicazione geniale che calcola la perfetta affinità di coppia.
Ho solo un problema: il mio vicino di casa ha la tendenza a smontare ogni idea che mi passa per la mente.
Sono George Knight e se qualcuno dovesse chiedermi di descrivermi risponderei: avvocato di successo. Ho uno studio che porta il mio cognome, ma nessuno mi ha mai regalato nulla. Lavoro tanto e sodo. Gli unici svaghi che mi concedo sono le donne e le sigarette.
Considero i Wood un’estensione della mia famiglia naturale e come tale, tendo a essere accondiscendente verso l’ipocondria di Henry e paziente nei confronti della figlia Emma.
Adesso lei se n’è uscita con questa folle teoria del misurare l’amore tra due persone.
Mi domando: i sentimenti possono essere misurati?
Ho il presentimento che si stia mettendo nei guai e che trascinerà a picco anche a me!
Romanzo autoconclusivo liberamente ispirato a “Emma” di Jane Austen.
Recensione
Emma Wood ha ventidue anni, una laurea in matematica e ha scoperto
di avere un particolare interesse nel formare coppie in amore, ecco perché ha
deciso di creare un’applicazione per calcolare l’affinità di coppia.
George Knight è un avvocato di successo tutto preso dal
lavoro, ma che si concede anche qualche svago come il fumo e le donne. George è
da sempre molto legato ai suoi vicini, Emma e suo padre, oltre ad essere
imparentato con loro perché suo fratello ha sposato la sorella di Emma.
Emma e George sono cresciuti costruendo un legame
particolare, fatto di affetto, sostegno ma anche piccole provocazioni. Adesso
sono ancora molto legati, ma entrambi sono cresciuti, tra loro c’è una bella
differenza d’età e questo ha cambiato, in parte, il loro rapporto.
L’idea dell’applicazione per calcolare l’affinità di coppia
non convince per nulla George, che non può assolutamente pensare che possa
essere misurato l’amore in questo modo, ma Emma non vuole sentire ragioni. Non
è solo l’applicazione l’argomento di discussione dei due, perché Emma sembra
abituata ad avere sempre ragione e chissà che tutti questi confronti non
portino a scoprire che forse tra i due si nasconde qualcosa di più, che forse
il loro legame speciale si sta trasformando in qualcosa di molto più profondo…
Prima di iniziare Emma’s
Theory ero curiosa ma non avevo grandi aspettative: immaginavo una storia
carina, un retelling semplice, qualcosa che mi avrebbe intrattenuto per un po’
e senza troppe pretese. Mi sbagliavo completamente!
Emma’s Theory è stato un libro che mi ha
trascinato fin dalla prima pagina, che mi ha incuriosito, stupito, ammaliato,
che mi ha fatto uscire fuori di testa e arrabbiare- in senso positivo- al punto
tale da non riuscire a posare il libro se non alla conclusione. Sospendere la
lettura non era concepibile. Io ero totalmente presa e innamorata di ciò che stavo leggendo.
È il primo libro che leggo di Daniela Volontè ed è stato
quindi non soltanto un modo per scoprire un retelling, ma anche il pretesto per
conoscere finalmente un libro dell’autrice. Non ho letto Emma di Jane Austen ma mi sono informata abbastanza da poter
cogliere i riferimenti.
La storia riprende dall’originale nomi, personaggi e
situazioni, poi ci gioca in chiave moderna, ovviamente in un tempo che è il
nostro tempo e nell’ambientazione newyorkese.
La storia presenta capitoli che alternano il POV di entrambi
i personaggi: Emma è il personaggio che emerge di più, ma anche George è un
personaggio che si fa conoscere e amare.
Emma è una ragazza bella, testarda, un po’ viziata, ostinata,
abituata ad avere tutte le attenzioni per sé e ancora poco matura. Tuttavia
queste caratteristiche non finiscono mai per risultare fastidiose, anzi, creano
i presupposti ideali per attuare una degna crescita del personaggio, che deve
sbagliare, deve capire di non poter essere sempre al centro dell’attenzione e
di non poter avere sempre ragione. Solo così arriverà finalmente a comprendere
i suoi errori e a poterli correggere, a capire che il suo comportamento può
talvolta ferire gli altri, ma che può ancora maturare.
Volevo che mi facesse sentire peggio di come stavo, perché me lo meritavo e forse avrei imparato una volta per tutte che non ho sempre ragione, che le mie idee non sono sempre le migliori, che il mio modo di agire spesso non è giusto. Avrei voluto che mi sbattesse in faccia la realtà. Che io fallisco come tutti, così sarebbe stato più facile perdonare la superbia con cui troppo spesso affronto la vita.
Ciò che non mi aspettavo da questo libro è stato l’espediente
dell’age gap: Emma ha ventidue anni,
George ne ha trentasei. Sono cresciuti come vicini di casa, lui per lei è stato
(ed è) il migliore amico e una sorta di fratello maggiore, che l’ha
accompagnata durante i momenti tristi e felici della sua crescita. Proprio il
rapporto tra i due è stato, per me, uno dei punti di forza della storia,
l’elemento che mi ha attirato fin da subito e che mi ha fatto innamorare dei due
personaggi e della loro sintonia.
L’autrice ci racconta questo rapporto fatto di sentimenti
positivi, di bei ricordi, di familiarità, di complicità, di provocazioni
spiritose, ma anche di contrasti, rabbia, delusione e gelosia. Ce lo racconta
nel presente ma anche con accenni al loro passato, in modo tale da consentire
al lettore di essere parte di questo legame speciale e di sentirne
perfettamente le implicazioni. Ho adorato conoscere il loro passato e
l’evoluzione del rapporto, che ha mostrato cambiamenti dovuti all’età e
all’esperienza.
La loro è una differenza di età che si sente ma in modo
positivo, che viene raccontata con dolcezza e tenerezza, altre volte con una
certa malinconia per le esperienze vissute. Quello tra i protagonisti è una
sorta di rapporto “friends to lovers”,
dove però l’amicizia è intesa nel loro percorso di crescita fianco a fianco, di
sostegno e affetto quasi familiare, ma non privo di provocazioni e piccole
discussioni, che hanno dato al rapporto quel senso naturale di conflittualità che,
in generale, ha reso tutto più accattivante. Tra l’altro, soprattutto all’inizio,
ci sono scambi molto simpatici.
«Sono piuttosto sicuro di averti aspettato fuori dal cinema Odeon per oltre un’ora quando avevi sedici anni ed eri uscita con quel tuo compagno di scuola. Sono stato adolescente pure io e so che un bacio tira l’altro».
«Si usava baciarsi della preistoria? Ero convinta che bastasse una clava in testa per dimostrare il proprio affetto».
George è quello maturo e responsabile, sicuro di sé, testardo
come Emma, che cerca di assecondare, talvolta viziandola, altre volte, suo
malgrado, ferendola. Emma, infatti, non vuole sentire ragioni e, piuttosto che
sentirsi dire di aver sbagliato, spesso si trincera dietro la rabbia e la
negazione.
Chi vorrebbe uno come lui? Arrogante, egocentrico e in pratica sposato con il suo lavoro.
Nonostante qualche contrasto, negli occhi e nei gesti di
George si sente tutta la tenerezza che prova nei confronti di Emma, l’affetto
forte e sincero, la sua presenza costante e sentita.
La scoperta del sentimento amoroso non è immediata:
all’inizio il loro rapporto non lascia trapelare alcun sentimento e ciò ha reso
credibile e naturale il legame tra i due. I sentimenti emergono dopo e la loro
scoperta è spiazzante per i due protagonisti, che da sempre ci sono stati l’uno
per l’altra ma che non hanno mai immaginato simili sviluppi.
L’ho vista crescere e l’ho sempre considerata come una sorellina fastidiosa. Non l’ho mai guardata con gli occhi di un uomo. Non ho mai negato la sua bellezza e il suo fascino, tuttavia non mi sono mai concesso di vedere Emma come una donna da conquistare.
Un legame inaspettato e potente, che rende intrigante
seguirne le vicissitudini, tra momenti di tensione, fraintendimenti, tristezza,
rabbia, gelosia, gioia ma anche molto angst.
L’angst è un altro
elemento che ha dato forza alla storia, creando tensioni e sciogliendole,
facendo sperare in sviluppi mai semplici da realizzare, portando il lettore a
tifare per un legame che trova continuamente degli ostacoli, proprio quando
sembra giunto alla sua meta.
Mi ha dimostrato affetto in mille modi, però mai come un uomo farebbe con una donna. Forse è questo il punto. Non mi vede come una donna, ma come una ragazzina presuntuosa e testarda. Eppure so che mi ha sempre voluto bene.
George e Emma si vogliono e si allontanano e noi li seguiamo
in questo presente fatto di rapporti con gli amici, con i parenti, con il
vicinato, tra colazioni, pranzi, cene, gossip, ricevimenti, esperimenti e non
solo. Sentimenti prima sconosciuti, poi scoperti ma negati, poi espressi ma
temuti, in un gioco di vicinanza e lontananza, amore e “odio”, gioia, risate e
tristezza, che deve passare anche attraverso la competizione di altri
personaggi che si contendono l’amore di ciascuno dei due protagonisti.
Emma’s Theory racconta una storia semplice, senza
eventi troppo complessi, eppure riesce a giocare benissimo con i suoi elementi,
traendo il meglio dai personaggi e dalle situazioni, trasformando la semplicità
in potenza. Il personaggio di Emma e il rapporto tra i due protagonisti sono
gli elementi che, per me, hanno innalzato questa storia ad un gradino superiore
rispetto a ciò che si immaginerebbe leggendo solo la trama.
Una storia che non sono riuscita proprio a mettere giù, che
ho divorato e che mi ha coinvolto come poche altre. Il mio coinvolgimento nelle
scene più intense tra Emma e George è stato tale da farmi battere il cuore
perfino prima dei baci! Questo è un grande potere e una grande soddisfazione,
soprattutto considerando che, da lettrice abituata ai romance, le scene
sentimentali quasi non mi fanno più effetto (ma non è stato questo il caso). Emma’s Theory è una storia che
rileggerei subito! Consigliatissima.
E mi accorgo che nessuna donna mi aveva mai fatto questo effetto.
Sarà difficile dimenticare.
Sarà impossibile starle accanto.
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