Buongiorno lettori e lettrici, oggi vi parlo di Spinner di Chiara Castellano, primo libro di una trilogia urban fantasy che rimanda alla mitologia greca. A seguire la mia opinione.
Editore: O.D.E Edizioni
Pagine: circa 275
Trama
Selene è una ragazza come tante che passa la vita districandosi tra Università, amici e il suo ragazzo. Nessun evento degno di nota fino all'incontro con un giovane che lei sa di conoscere ma non sa come: Phebo.
Da questo momento si innescano una serie di eventi che porteranno Selene alla scoperta della sua vita passata e della sua vera natura. Lei non è mai stata una ragazza come tante né lo sono le persone che l'hanno sempre circondata. Selene è la dea della Luna e Phebo il dio del Sole.
Ma cosa ha portato le due divinità sulla Terra? Perché si sono ritrovate mortali e quali conseguenze dovranno affrontare ora che conoscono la verità?
***Spinner è il primo capitolo di una trilogia urban fantasy che vi porterà fra le divinità dell'antica Grecia.***
Recensione
Spinner di Chiara Castellano racconta la
storia d’amore tra Selene e Phebo, due ragazzi che, in un’altra vita, sono
stati divinità e si sono amati, ma poi si sono incontrati di nuovo, questa
volta da mortali.
Selene ha vent’anni, frequenta l’università, ha degli amici e
un ragazzo. La sua è una vita normale, almeno finché non incrocia lo sguardo di
Phebo, uno sconosciuto verso il quale sente un richiamo particolare, delle
sensazioni che non sa spiegare. Proprio da questo strano incontro Selene
inizierà a scoprire un passato che non ricordava, o meglio, una vita che non
sapeva di aver vissuto.
Selene, infatti, è stata la dea della luna e Phebo il dio del
sole. Due divinità che si sono amate nonostante le difficoltà ma che, per
qualche motivo – che scoprirete leggendo- si sono ritrovate a vivere una nuova
vita, sulla Terra, come mortali, senza conoscersi, forse perché davvero non
doveva accadere diversamente. Cosa è successo quando i due erano divinità? Cosa
accadrà adesso che hanno scoperto la verità?
È comune, ormai, leggere libri che rimandano alla mitologia,
che ripropongono le storie del mito in una chiave diversa o semplicemente ne
prendono spunto per costruire una storia completamente nuova.
Chiara Castellano costruisce una storia che sa di urban
fantasy d’altri tempi (tempi passati), in cui la mitologia greca costituisce la
base attorno a cui costruire una storia di divinità e di amore.
Ogni personaggio, da Selene e Phebo agli amici, rappresenta
una divinità, alcuni sono sulla Terra, altri nell’Olimpo (ma questo si vedrà
successivamente). Le divinità hanno dei poteri generici e altri più specifici e
il lettore ha modo di vederle in azione, anche se non viene granché
approfondito il rimando alla mitologia greca.
Da questo libro mi aspettavo una storia diversa, sicuramente
più profonda e strutturata in modo diverso. Spinner è un fantasy che, a livello di trama, sembra gettare basi
buone, sebbene non originalissime, eppure nello sviluppo ho sentito che il
potenziale sia andato perduto. Si capisce che l’autrice è agli inizi, si
distingue una scrittura ancora acerba e una narrazione che avrebbe bisogno di maggiore
approfondimento.
Selene è una ragazza di vent’anni che reagisce come se ne
avesse sedici e questo è un primo punto critico del suo personaggio. È una
ragazza semplice, ma a volte ingenua e altre volte impulsiva, combattuta e
talvolta preda di un’emotività che si adatterebbe meglio ad una età più giovane
della sua. È sicuramente lei il personaggio con cui il lettore viene più in
contatto. Phebo è l’altro protagonista della storia, ma trovo che emerga meno,
che abbia una caratterizzazione fin troppo superficiale, che lo penalizza.
La conoscenza tra i due protagonisti avviene fin dalle prime
pagine, ma l’immediatezza con cui i due si cercano, si pensano e si vogliono,
rende fin da subito poco naturale il loro legame e quindi difficile entrare in
sintonia con la loro storia. Sono due ragazzi che non conoscono nulla l’uno
dell’altra, eppure subito desiderano vedersi e stare insieme, subito decidono
che si piacciono. Pur riconoscendo una forza “magica” in gioco, era necessaria
una maggiore gradualità nella loro conoscenza, in modo da rendere più credibile
il nuovo legame e più incisivo l’inizio della storia. Andando avanti sembra che
l’unico motivo per cui i due vogliono stare insieme sia ciò che li univa in
passato, mentre ci si aspetterebbe il contrario, una conoscenza e un legame che
si creano indipendentemente e nonostante il legame passato.
Il fatto che i due agiscano nel presente sulla base di ciò
che erano e avevano fatto in un’altra vita non sembra funzionare benissimo. È
come se noi vivessimo questa vita in base ad una nostra eventuale vita
precedente: sono due vite diverse, quindi ha difficilmente senso (pur rimanendo
nel fantastico). Ecco, proprio il fatto che i due interagiscano come se l’altra
vita fosse la vita che stanno vivendo adesso
mi è risultato poco credibile, quindi è proprio lo scarto tra vita passata e
presente che, a mio avviso, andava pensato meglio.
In generale, ho trovato che su molte cose la storia andasse
un po’ troppo velocemente, a scapito di un approfondimento necessario. La
storia raccontata mi è risultata quindi un po’ troppo “superficiale”, nel senso
che si è mantenuta un po’ troppo in superficie, senza approfondire abbastanza
personaggi, ambientazioni ed eventi. Qualcosa mi è risultato un po’ banale e
nel complesso ho sentito una storia spesso non abbastanza naturale e credibile.
Tuttavia ci sono parti in cui vengono indagati maggiormente pensieri ed
emozioni dei singoli personaggi, perciò sicuramente questa rappresenta una
buona base per migliorare.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, ho trovato
interessante la scelta delle divinità e ho intravisto un spiraglio per la loro
crescita futura. Un po’ ridondanti alcune descrizioni rispetto a determinati
personaggi: per esempio, parlando di Hypnos, la dea del sonno, si è rimarcata
continuamente la sua bellezza e ciò è stato fastidioso a lungo andare. Mi è
dispiaciuto il fatto che non sia stata indagata a sufficienza la conoscenza tra
i personaggi, per cui, come tra Selene e Phebo, tutti sono arrivati molto
presto a comportarsi come se già si conoscessero da tempo. In ogni caso, è
stato particolare il modo in cui l’autrice ha giocato con i personaggi, non
rendendoli necessariamente totalmente buoni o cattivi, ma ponendoli in una
scala di grigi che ha trovato anche delle motivazioni.
A livello di scrittura c’è sicuramente ampio margine di
miglioramento: i dialoghi sono ancora acerbi e hanno bisogno di un ulteriore
lavoro per essere resi più naturali; la narrazione è in terza persona ma il
focus passa, da una riga all’altra, da un personaggio ad un altro e questo
genera confusione al momento del passaggio, talvolta non facendo capire chi sta
provando o pensando una certa cosa; la scrittura potrebbe essere un po’ più
articolata, per rendere meglio i vari passaggi.
A livello di contenuto, la storia va gradualmente a dare
qualche nuova informazione e rivelazione, perciò qualcosa rimane misterioso, ma
in realtà fin dall’inizio ci sono riferimenti abbastanza chiari a quello che
soggiace agli eventi, quindi altre cose non stupiscono troppo. Non ho gradito
molto le reazioni dei personaggi ad alcune rivelazioni, soprattutto per quanto
riguarda i due protagonisti, che vivono con fin troppa tranquillità la scoperta
di essere state divinità in un’altra vita, praticamente accettando di stare
insieme come se fosse l’unica alternativa possibile e accettando, quasi senza
pensarci, di dover affrontare una guerra tra divinità.
La maggior parte degli eventi più interessanti avvengono
nell’ultima parte del libro, che per me è stata un po’ più interessante, ma ho
trovato poco soddisfacente una certa risoluzione della missione dei personaggi.
Il finale, però, lascia spazio alla curiosità sul prosieguo.
Purtroppo Spinner,
per via di tutti gli elementi menzionati, non è riuscito a convincermi e ho
portato avanti la lettura con un po’ di difficoltà. Se avessi letto questo
libro molti anni fa, forse lo avrei gradito un po’ di più e non avrei notato
alcune criticità, ma adesso ho sentito l’esigenza di una storia diversa, più
matura. Per questo motivo non esprimo il mio giudizio in un numero, ma lascio
che siano i lettori a valutare secondo il proprio gusto. Questa recensione è
assolutamente personale e si sa che i libri possono suscitare giudizi e
sensazioni diverse in ognuno, perché ogni lettore ha i propri gusti, le proprie
esigenze e le proprie esperienze di lettura.
È evidente l’interesse dell’autrice per la scrittura e per la
storia che ha scritto, perciò sono sicura che con pratica ed esperienza potrà
convincere anche chi, come me, non è riuscito ad essere colpito abbastanza.
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