Buongiorno lettori e lettrici, oggi vi parlo di One dark window di Rachel Gillig, un fantasy che è appena uscito in Italia ed è il primo libro della dilogia The Sheperd King.
La città di Blunder è circondata da una nebbia che rende
folle e infetto chiunque vi entri in contatto. Elspeth conosce bene quella
magia, perché scorre nelle sue vene in quanto infetta. Ma la deve tenere
nascosta, perché la magia è bandita, pena la morte. Nessuno deve sapere che è
costretta a convivere con l’Incubo, un mostro, uno spirito antico intrappolato
nella sua mente, che le parla e la protegge. Tutto cambia quando incontra un
bandito nella foresta, un uomo affascinante e misterioso, ma che è anche a capo
degli uomini più pericolosi della città. Elspeth viene così trascinata in un
mondo di ombre e inganni, in cui il confine tra la ragazza e il mostro diventa
sempre più labile... Fantasy, gotico e romance in un bestseller internazionale.
Recensione
One dark window è un fantasy dalle tinte dark, che
non manca di una parte romance e che si delinea come una misteriosa fiaba
oscura.
La città di Blunder, al centro della storia, è circondata da
una nebbia che rende infetti e folli se attraversata. L’Infezione può generare
una magia in chi la vive, ma può portare anche ad una Degenerazione, perché la
magia ha sempre un prezzo. Elspeth è stata infettata all’età di nove anni e
adesso convive con una magia terribile e un mostro dentro di sé (l’Incubo), che
le parla e talvolta la protegge. La magia, però, è bandita e gli Infetti sono
perseguitati dal re e dai suoi Paladini, perciò Elspeth è stata costretta a
celare la sua magia e, allontanata dal padre, a vivere con gli zii,
nascondendosi. Quando incontrerà il capo degli uomini che perseguitano gli
Infetti, arriverà per lei il momento di uscire dalla sua casa e fare la sua
parte in una missione più grande, che contribuirà a farle scoprire qualcosa di
più sull’Infezione, sul mostro e sulla magia che si cela dietro le Carte. Perché
a Blunder c’è ancora una magia che resiste e a cui si ricorre abitualmente ed è
quella delle Carte della Provvidenza, dietro cui si nasconde la chiave per
liberare la città dal male che la affligge.
«C'era un tempo una fanciulla» dissi, «buona e di mente lesta, che
si attardò tra le ombre profonde della foresta. C'era anche un Re, un pastore,
un uomo, che governava la magia e scrisse un antico tomo. I due erano insieme,
ed erano la stessa cosa...» […] La fanciulla,
il Re... uniti, una creatura mostruosa.
Fin dall’inizio la storia di One Dark Window si distingue per elementi un po’ diversi dal solito
e per un sistema magico molto particolare. La magia raccontata è di due tipi:
c’è quella legata alla nebbia, che rende infetti e che può portare a sviluppare
dei poteri magici da una parte e una degenerazione (fisica e/o mentale)
dall’altra e c’è una magia legata a delle Carte magiche e quindi a chi le
possiede. La prima è condannata e costringe chi è infetto a nascondersi dal re
e dai suoi Paladini, mentre la seconda è quella consentita e comunemente
utilizzata attraverso le Carte. L’altra particolarità di questo sistema magico,
infatti, riguarda le dodici Carte delle Provvidenza, create da un antico Re Pastore
dopo aver ottenuto una magia potente da una divinità un tempo venerata. Da esse
deriva una magia che oscilla tra vantaggi ed effetti negativi. Proprio la magia
legata al Re Pastore, allo Spirito della Foresta e alla Carte ha però
determinato la situazione attuale di Blunder. A partire da questo sistema
magico - in cui tutto è collegato e in cui la magia ha sempre un prezzo -e
dalla storia che c’è dietro, è stata sviluppata una trama originale e diversa
dal solito, capace di incuriosire e suggestionare.
L’ambientazione non è troppo complessa, ma risulta chiara e suggestiva, mentre la parte più interessante e su cui si è maggiormente concentrata la costruzione di questa storia riguarda la magia, la Carte e il Re Pastore. Le informazioni relative a questo mondo e a tutto ciò che ad esso si lega vengono fornite gradualmente nel corso della storia, riuscendo così ad evitare di appesantire la lettura e a renderla chiara.
Appesantisce, però, la
lettura lo stile di scrittura dell’autrice, la quale crea una storia molto
descrittiva, che aiuta in alcuni punti, dove l’andamento lento risulta
proporzionato al tipo di racconto, ma risulta eccessiva a lungo andare, quando
si sofferma su scene, descrizioni e dialoghi di minore rilevanza. Alla fine,
quindi, in poco più di quattrocento pagine, accade meno di quello che potrebbe
e ciò rischia di mandare in blocco la lettura, soprattutto nel mezzo. Nel
complesso, però, la scrittura è piacevole e quindi la lettura riesce a
procedere con fluidità.
Il taglio young adult
della storia si percepisce nella descrizione di personaggi, scene e dialoghi,
che talvolta risultano fanciulleschi e basilari, arrivando a risultare meno
cupi e meno gravi di quanto richiedeva il tipo di trama. Si lega a questo anche
una sensazione di innaturalezza, soprattutto di alcuni dialoghi. Pesa un senso
di “già visto” in alcuni elementi, che potevano essere elaborati di più, in
modo da maturare e raggiungere un livello di complessità maggiore a livello di
forma – assumendo quella più appropriata e valorizzante - e risultare più
maturi anche a livello contenutistico. Nell’ultima parte, però, questi aspetti
sembrano pesare meno e la storia giova di questo cambiamento.
Per quanto riguarda i personaggi, sia quelli principali che i
secondari non dispiacciono e riescono a svolgere in modo sufficiente il loro
ruolo nella storia. Anche qui, però, ci sarebbe stato bisogno di un lavoro
maggiore, soprattutto sui due protagonisti.
Elspeth è una ragazza di vent’anni che, all’età di nove anni, ha vissuto l’Infezione e ne è uscita con una magia “strana e terribile”, che l’ha portata a vivere con dentro di sé un mostro, l’Incubo delle Carte della Provvidenza, che le parla, la protegge, ma porta con sé anche altri effetti. Per aver vissuto l’Infezione, la ragazza è stata nascosta dal padre, capo dei Paladini (proprio coloro che danno la caccia agli Infetti), ed è cresciuta insieme agli zii e ai cugini in una casa in mezzo alla foresta.
La protagonista,
dunque, presenta l’ingenuità di chi ha vissuto una vita appartata, in cui ha
dovuto celare la propria vera essenza. A volte, però, risulta più ingenua dei
suoi vent’anni, altre volte sembra tirar fuori un carattere un po’ più deciso,
che mal si addice al suo vissuto. Risulta un personaggio difficile da
inquadrare, come se l’autrice non avesse ben chiara la sua indole. Sembra che
il suo carattere sia sempre diverso, risulta spesso abbastanza succube di ciò
che le accade, fragile e impaurita, con sprazzi di coraggio che stonano con il
resto. Elspeth non spicca particolarmente, non riesce a delineare un percorso
in cui riesca a imporsi gradualmente come eroina che prende in mano la propria
vita e affronta il mostro nella sua testa e le sfide che il mondo le pone
davanti. Nell’ultima parte del libro, però, la sua voce si fa più forte e il
personaggio risulta più stabile.
Ravyn è il capo dei Paladini, ha qualche anno più di Elspeth
ed è apparentemente impassibile e severo, un uomo dalle tante maschere e che porta
con sé alcuni segreti. Ciò che non dice (almeno non subito) lo avvicina ad
Elspeth e ben presto i due si alleeranno per portare avanti gli stessi piani.
Le sue azioni e i suoi scopi, oltre che la verità su di lui, porteranno fuori
un carattere capace di affetto e di premura, di dedizione e determinazione.
Rimane però un personaggio che non spicca particolarmente, senza infamia e
senza lode, mai malvagio nonostante il suo ruolo (di fatto le azioni legate al
suo ruolo di capo dei Paladini vengono a malapena raccontate).
C'era qualcos'altro in lui che esercitava su di me un'attrazione
irresistibile. Qualcosa che mi era sfuggito, presa com'ero dal nostro gioco di
simulazione. Qualcosa di antico, nato dal sale. Eravamo la stessa cosa, Ravyn e
io. Depositari di una magia secolare e terribile. Cresciuti nel segreto, nelle
mezze verità. Eravamo il lato oscuro di Blunder, la dimostrazione vivente che
la magia, sfrenata e selvaggia, prevaleva, per quanto i Rowan tentassero di
annientarla. Eravamo la cosa di cui bisognava avere paura. Eravamo
l'equilibrio.
Non si può dire esattamente che siamo di fronte ad un enemies to lovers, perché, nonostante i ruoli dei due, il loro rapporto è fin da subito di curiosità e avvicinamento, a causa di alcune circostanze. Per lavorare insieme dovranno escogitare un piano, il che porterà ad un finto corteggiamento, che però non viene granché raccontato.
La parte romantica non sembra funzionare benissimo e risulta
superflua, inserita più per dovere che per reale necessità. Manca l’evoluzione
del rapporto, perché il passaggio dalla conoscenza alla collaborazione e poi ai
sentimenti non viene raccontato nel tempo. Si passa alla vicinanza fisica senza
che si sia vista la nascita e lo sviluppo dell’attrazione, rendendo poco
credibile e poco forte la parte romantica. Sicuramente non è la parte su cui
punta (o potrebbe contare) questa storia.
Curioso il personaggio del mostro e interessante la sua
storia. Entrambi risultano misteriosi e ambigui, con verità che si scoprono
gradualmente. In realtà, non si può dire che questa storia sia imprevedibile,
perché il più delle volte si intuisce ciò che verrà raccontato. Nel complesso,
però, il racconto affascina, soprattutto nella parte finale, che è quella in
cui il tutto è gestito con maggior consapevolezza.
Una storia che quindi funziona meglio per alcuni elementi e
meno per altri. A causa del taglio young
adult e del modo in cui sono sviluppati alcuni elementi, viene banalizzata,
quindi non valorizzata nel modo in cui potrebbe, ma le idee di base sono
interessanti e lo sviluppo spesso accattivante, con alcune scelte più
apprezzabili di altre. Il finale è la
parte con la migliore riuscita, in cui il ritmo si fa incalzante e i fili della
trama arrivano a convergere, per un risultato di impatto. Proprio la parte
finale incuriosisce e spinge a desiderare il seguito.
Un fantasy dalle tinte dark, adatto ad un pubblico giovane ma che può piacere anche ad un pubblico un po’ più adulto se meno esigente. L’originalità di alcuni elementi e del loro sviluppo rendono One Dark Window un libro di apprezzabili suggestioni.
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