Buonasera lettori e lettrici,
Londra, 1924. La ventenne Beatrice Bernabò, detta Miss Bee,
si è trasferita nella capitale inglese al seguito del padre Leonida, docente di
Italianistica all'Università . Il mandato del padre gode della protezione
dell'ambasciatore italiano nel Regno Unito. Invitata a cena dalla nobile
dirimpettaia, Mrs. Ashbury – vedova e madre di un unico e affascinante figlio,
il conturbante Christopher detto Kit – Beatrice si trova suo malgrado in mezzo
a un giallo che è al contempo un triangolo amoroso: se non è colpevole l'uno,
lo è l'altro. Ma lei di chi è innamorata, dell'uno o dell'altro? Ambientata nel
mondo patinato e decadente dell'aristocrazia britannica al risveglio
dall'incubo della Prima guerra mondiale, tra seducenti visconti e detective che
sognano di tagliar loro la testa come nella rivoluzione francese, questa
avventura di Miss Bee è una frizzante e incantevole combinazione di suggestioni
– da Agatha Christie a Downton Abbey, dai romanzi di Frances Hodgson Burnett
fino a Bridgerton – cui si aggiunge l'inconfondibile unicità del tocco di
Alessia Gazzola.
Serie Miss Bee:
1. Miss Bee e il cadavere in biblioteca
2. Miss Bee e il principe d'inverno
3. Miss Bee e il fantasma dell'ambasciata (18 marzo 2025)
[...]
Recensione
Beatrice Bernabò ha ventidue anni, è originaria di Firenze ma
vive a Londra, città in cui si è trasferita quattro anni prima con le due
sorelle e il padre. Quest’ultimo, infatti, grazie al favore dell’ambasciatore
italiano nel Regno Unito, è riuscito a ottenere l’incarico di docente di
Italianistica all’Università di Londra. Dietro di loro hanno lasciato altri
parenti – con cui, però, non ci sono rapporti del tutto idilliaci – e una
patria oppressa dal Fascismo, regime che Leonida, il padre di Beatrice, non
apprezza, ma che è costretto a sostenere, anche dall’estero, per non perdere
tutto quello che ha ottenuto.
A Londra, Beatrice si è sentita accolta e si è inserita in
alcune dinamiche dell’alta società inglese - con le sue cene, le feste e i pettegolezzi
- grazie al legame stretto con i vicini di casa: la vedova Mrs. Ashbury e suo
figlio Christopher, detto Kit. Di quest’ultimo si è anche invaghita e con lui
intrattiene un legame “clandestino”, in cui ci sono in gioco sentimenti ancora
difficili da definire, talvolta simili all’amore, altre volte più complicati.
Proprio durante una cena a casa Ashbury, che vede coinvolti
esponenti dell’alta società inglese, uno degli ospiti viene trovato morto. A
primo impatto la causa sembra essere un malore improvviso, ma poi emergono ben
altri sospetti.
Tutti possono essere colpevoli, ma quando tra i sospettati si
troverà coinvolto anche Kit, Beatrice cercherà di indagare a modo proprio per
dimostrare la sua innocenza. Qualcosa, infatti, non le torna e qualcun altro
potrebbe essere il vero colpevole.
Intanto a quella cena ha conosciuto anche Julian Lennox,
undicesimo visconte di Warthmore, che pure potrebbe avere a che fare con
l’omicidio e con il quale il rapporto è ambiguo, ma anche stimolante.
Beatrice e i personaggi di questa storia dovranno
destreggiarsi tra indagini, vita privata, vita mondana e questioni di cuore.
Miss Bee e il cadavere
in biblioteca racconta
una storia ambientata nell’Inghilterra degli anni Venti, in cui il giallo si
unisce al racconto delle vicende mondane e sentimentali della protagonista, con
suggestioni che rimandano anche ad altre storie, come quelle di Agatha Christie
e di Jane Austen, ma anche Downton Abbey
e Bridgerton.
Una storia che riesce a trasmettere le suggestioni di
un’epoca, a partire dagli ambienti, con i loro stili e i loro motivi, per
arrivare ai costumi e alle abitudini di quel preciso periodo. Viene toccato
marginalmente anche il Fascismo, soprattutto per alcuni spunti che arrivano a
differenziare la vita inglese da quella italiana.
Beatrice è una protagonista di un’altra epoca, eppure
moderna. Giovanissima e ancora in cerca della propria strada, è tenace,
combattiva e intraprendente. Solo apparentemente innocua, Beatrice “Bee” sa
essere affilata e tagliente e lo si vede soprattutto negli scambi con il
visconte Julian o con l’ispettore di Scotland Yard.
È sensibile, dolce e determinata, sa far valere la propria
autonomia anche in una società che ancora deve fare strada per un’emancipazione
femminile. Non ha un’idea precisa del suo futuro, ma intanto confeziona e vende
paralumi, coltivando una passione e cercando di farla fruttare.
Il padre di lei, per quanto amato, non sempre riesce a capire
il suo desiderio di libertà e cerca di controllare alcuni aspetti della sua
vita (così come la sorella maggiore). Beatrice, però, cammina a testa alta e
trova sempre il modo di decidere per sé. In questo caso, poi, Beatrice si trova
inserita in un’indagine da cui non si tira indietro, indagando lei stessa, in
ogni modo possibile.
Nel frattempo anche le questioni sentimentali le danno
qualche pensiero e pure lì dovrà tirare fuori il proprio carattere. La
cicatrice che porta in viso è anche il simbolo di una vulnerabilità con cui ha
imparato a convivere e che, in un certo senso, la rende ancora più incisiva. Una
protagonista che sa sostenere questa storia e che è uno dei pilastri per la sua
riuscita.
Il punto forte di questa storia, in effetti, sono proprio i
suoi personaggi: verosimili e ben tratteggiati (anche quando non sono
necessariamente troppo approfonditi), riescono a rendere vivace e accattivante
la storia. Ci sono personaggi che si distinguono particolarmente e che, con il
loro carattere e il loro modo di fare, riescono a suscitare nel lettore diverse
reazioni ed emozioni. Le vicende personali di questi personaggi arrivano a
intrecciarsi e a dar vita ad una storia che riesce a intrattenere e a suscitare
curiosità .
Kit e Julian sono i giovani coinvolti nelle vicende
sentimentali di Bee, in modi diversi e tutti da scoprire.
Kit è per Bee una figura familiare e affascinante, ma si
rivela anche insicuro e sregolato. Il rapporto tra Kit e Bee è proibito e tormentato,
fatto di aspettative ma anche incomprensioni e delusioni.
Julian, invece, è presentato come un giovane dal passato
familiare drammatico, ma anche un ribelle dalle azioni spregiudicate (almeno
secondo i pettegolezzi). Nel corso della storia rivelerà lati inediti: dimostrerÃ
di essere sensibile e premuroso, ma anche di divertirsi parecchio a stuzzicare
Beatrice. Lei, d’altra parte, non sembra proprio sopportare il suo modo di
fare, ed è decisa più che mai ad odiarlo, senza mai mancare di rispondergli a
tono. Le loro interazioni, sapientemente gestite, che sanno alternare le
provocazioni ai momenti più dolci, rappresentano uno degli aspetti più
intriganti della storia.
Archer Balckburn, l’ispettore capo di Scotland Yard, che
segue le indagini, è un uomo burbero, determinato nel suo lavoro e non
particolarmente amante dell’alta società . Il suo personaggio rimane a tratti
imperscrutabile, ma qualcosa della sua vita e del suo pensiero emerge durante
la narrazione. È proprio il carattere uno degli elementi che ne determina il
fascino e lo rende intrigante. Sicuramente si farà notare ancora di più nei
libri successivi, ma già in questo lascia il segno. Intrigante è anche il suo
rapporto con la protagonista: ritiene che Bee sia una seccatura, perché gli sta
tra i piedi, ma per lei arriverà a provare anche curiosità e, ad un certo punto,
non potrà rimanere indifferente di fronte alla schiettezza e alla decisione che
la ragazza dimostra nell’indagine.
La parte che riguarda il delitto, il mistero e le indagini si
inserisce in modo naturale all’interno della narrazione, trovando il giusto equilibrio e svelando
progressivamente nuovi indizi e nuovi intrecci. L’indagine, quindi, risulta
portata avanti in modo intelligente e interessante, arricchendo la storia di
scoperte sempre nuove. Ogni personaggio, a ben vedere, può ricollegarsi al
delitto e quindi rientrare nella rosa dei possibili colpevoli e la storia
riesce a giocare proprio su questo.
Davvero apprezzabili i dialoghi frizzanti e il lato più
giocoso e simpatico di situazioni e personaggi.
Io sono particolarmente fan delle storie ambientate nel
passato, e in particolare proprio negli anni Venti, e quindi Alessia Gazzola ha
saputo regalarmi la storia che desideravo.
Suggestivo, vivace e accattivante, Miss Bee e il cadavere in biblioteca sa come raccontare una storia che intrattenga il lettore, tenendolo incollato alle pagine e facendolo affezionare ai suoi personaggi. Non vedo l’ora di leggere il seguito.
1 Commenti
Ciao. Io adoro i libri di Alessia Gazzola, ho letto tutto, ma questo, mi dispiace dirlo, non mi ha convinto. Mi è sembrato scritto in modo superficiale e frettoloso, come se si trattasse di una prima stesura, non di un testo lavorato a fondo e ben ponderato. Parlo della storia ma soprattutto della scrittura, che non è fluida (ma comunque mai banale) come al solito. Peccato!
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