Recensione LE NOSTRE PRIME SETTE VOLTE di Bianca Marconero


Salve lettori, oggi vi parlo dell’ultima uscita di Bianca Marconero, Le nostre prime sette volte, libro che mi ha fatto letteralmente impazzire (in tutti i sensi!). Venite a scoprire con me di cosa parlare questo libro e quali sono state le mie impressioni.

Titolo: Le nostre prime sette volte
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2019
Editore: Self Publishing
Autrice: Bianca Marconero
Pagine: 374
Trama
«Io dovrei proprio licenziarti, Alice»
.«Lo hai già fatto sei volte, Alex».
«Speriamo che la settima sia quella buona»
Quante volte devi licenziare la tua segretaria prima di capire che non puoi vivere senza di lei?
Alice Baker è una giovane copywriter, idealista e determinata, con una singolare propensione per i vestiti bizzarri. Alex è l’erede della Francalanza Visconti, la casa editrice leader nei periodici, e ha un gusto impeccabile per i vestiti. Fin dal loro primo incontro, Alex e Alice decidono di non piacersi affatto. Non hanno niente in comune, non approvano lo stile di vita dell’altro, sono totalmente incompatibili. Alice pensa che Alex sia uno snob egocentrico e compiaciuto che gode nel farsi paparazzare con ragazze bellissime. Alex pensa che Alice sia una patetica sognatrice, che colleziona licenziamenti ed è convinto che, nonostante sia bellissima, resterà per sempre fuori dal suo radar. Ma cosa succede se due persone che si sono già escluse a vicenda scoprono di non potere stare l’una senza l’altra? Se scoprono di essere attratti proprio dall’ultima persona al mondo che pensavano di prendere in considerazione? Per quanto tempo si può negare la passione e si può mettere a tacere un desiderio? Si può forse dire al cuore di non impazzire per l’unica persona in grado di toccarlo?

Dalle spiagge dell’isola di Capri, alle piste da sci di Cortina d’Ampezzo, passando per Milano e i corridoi delle vivaci redazioni di «Lollipop» e «Power Player», Alex e Alice si raccontano attraverso le loro prime sette volte. Sette strade diverse per entrare in collisione o separarsi per sempre. Una storia sulla ricerca dell’anima gemella e sulle sorprese del cuore. Perché le persone più sbagliate per noi possono farlo battere per il motivo giusto.


Biografia Mi chiamo Bianca Marconero e ho esordito nel 2013 con la saga di Albion , un urban fantasy ispirato alla leggenda di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Recentemente ho concluso la storia di Brando e Agnese, pubblicando Un maledetto per sempre, e aggiungendo le novelle Un maldetto addio e Montreal. La storia di Alex e Alice è composta da DUE volumi.- Le nostre prime sette volte (A&A vol.1) – disponibile dal 15 ottobre - L’ultimo bacio (A&A vol.2) – disponibile dal 15 novembre
NON è necessario leggere altri libri, per seguire la storia di Alex e Alice.


A&A
1. Le nostre prime sette volte
2. L’ultimo bacio (15 novembre)

Recensione

Ho iniziato a recensire libri perché era un modo per parlare delle mie letture a persone che come me avevano questa passione. Sentivo il desiderio di raccontare i libri, di esprimere le mie sensazione, di emozionarmi anche mentre ne parlavo. 
La parte più bella delle recensioni è sicuramente la possibilità di esprimere le proprie emozioni e fare in modo che gli altri le sentano, che rimangano coinvolti dai libri ancor prima di leggerli. C’è però qualcosa di profondamente difficile nello scrivere in generale e nello scrivere recensioni: ci sono alcuni libri che sembra non vogliano essere recensiti ma solo vissuti, alcuni libri ci colpiscono talmente tanto che è difficile trovare le parole in un mare di sensazioni (talvolta contrastanti). 
Ho sempre difficoltà a recensire i libri che mi sono piaciuti, non so da dove partire, non so cosa dire, non so come dire tutto quello che vorrei, tutto quello che il libro mi ha trasmesso, non so come esprimere le emozioni forti in una recensione. 
Con i libri di Bianca Marconero è così, mi creano sempre un tale sconvolgimento che trovo difficile mettere mano alla recensione dopo averli letti. Alcuni libri sono fatti semplicemente per essere letti perché solo così si può scoprire ciò che nascondono. Nonostante questo anche oggi proverò ad esprimere ciò che ho provato leggendo LE NOSTRE PRIME SETTE VOLTE. 
Bianca Marconero è una delle mie autrici preferite (no, ho deciso, è la mia autrice italiana preferita) e Le nostre prime sette volte è un libro che aspettavo da più di un anno, da quando ho letto Non è detto che mi manchi (recensione qui) e ho conosciuto sprazzi di Alessandro e Alice. 
Le nostre prime sette volte è ambientato prima e durante Non è detto che mi manchi, per cui, in teoria, non c’è bisogno di leggere quest’ultimo ma nella pratica io vi consiglio di non farvelo sfuggire. 
Leggendo prima quello riuscirete poi a cogliere sottili riferimenti e a provare alcune sensazioni che sarebbe un peccato sottovalutare. I protagonisti de Le nostre prime sette volte sono Alessandro e Alice e la storia parte dal loro primo incontro. Alice sta partecipando al colloquio di lavoro al Palazzo Francalanza Visconti, sede di alcune redazioni del gruppo editoriale Francalanza Visconti, per un posto di copywriter nella redazione di “Lollipop”, settimanale per ragazze. Alice si distingue da tutte le altre lì presenti già solo per il suo aspetto: anfibi, leggings, gonna di pizzo, maglia a maniche corte, tutto molto “gotico” e cupo, un po’ come i suoi capelli scuri che però contrastano con la pelle bianca e gli occhi azzurri. Alice ha bisogno di quel lavoro anche se non è sicura di farcela, sicuramente non le interessa quella rivista ma è in gamba e qualsiasi cosa deve fare la farà nel modo giusto, in fondo lei impara in fretta e può simulare qualunque cosa. È un po’ sfacciata, non nasconde quello che pensa, forse non è esattamente carina durante il colloquio ma fa colpo su Alessandro, biondo, bello e lei non sa che è anche ricco e che il gruppo editoriale è della sua famiglia. Una cosa però è impossibile non notare: sa di piacere ed è pieno di sé. Le riviste parlano di lui, le ragazze non resistono al suo fascino e lui le accontenta tutte, basta che poi non le riveda più. In fondo però Alessandro è più di tutto questo, si dà da fare, sa essere buono e generoso, come dimostra il suo rapporto con il cugino Fosco, ma tutto questo viene oscurato dalla maschera di ragazzo ricco, ambito e presuntuoso che indossa ogni giorno. Alessandro è impressionato da Alice e la assume, il problema è che i due sono proprio all’opposto in tutto e il caratterino di lei è assolutamente incompatibile con quello di lui. Certo, Alessandro è il suo capo e va rispettato ma Alice non manca di far sentire la sua, di vendicarsi quando Alessandro si comporta in modo riprovevole, cerca di farlo ragionare quando le sue azioni possono avere ripercussioni serie sugli altri ma Alessandro è abituato a fare ciò che vuole e a pensare solo a sé, Alice non ha diritti su di lui. Ben presto è chiaro che tra i due sono più i momenti di disaccordo e di litigio che quelli di collaborazione pacifica e questo renderà impossibile lavorare serenamente, perciò la storia ripercorre tutte le volte in cui il loro rapporto ha fatto sì che Alice venisse licenziata e poi riassunta. 
Un po’ permaloso Alessandro, sicuramente orgoglioso e così anche Alice. Se qualcosa non va per il verso giusto lei non ci sta, lei ha cura e rispetto per gli altri e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Il problema però è che a volte l’odio è la cosa più simile all’amore e per confonderli basta un niente, così, con il passare del tempo, sotto l’odio si fa strada un sentimento diverso, di attrazione, di simile all’innamoramento, qualcosa che però i due sanno nascondere bene a se stessi, a quelli che li circondano e a noi lettori
Alice è brava in quello che fa e Alessandro non può fare a meno di lei nel lavoro, per questo finirà sempre per riassumerla ogni volta, ma la verità è che lui ha bisogno di lei al proprio fianco anche per altri motivi, paradossalmente lei lo rende migliore, gli mette davanti agli occhi cose a cui prima non prestava attenzione, lo porta a rivalutare tutto se stesso e a rivedere perfino la propria vita.


“Con lei non posso usare trucchi, perché mi smaschera; non posso puntare sul flirt, perché è del tutto immune; non posso neanche essere sincero, perché quando succede litighiamo. Non siamo d’accordo su nulla.[…]Eppure ho deciso di portarla. E questo per un paio di motivi. Il primo è che io, inspiegabilmente funziono meglio con Alice di fianco […]”


Alice sembra resistere al fascino di Alessandro e invece anche lei in alcuni momenti sente crollare le sue difese, anche lei deve ammettere di trovarlo attraente, in gamba, la sua nemesi ma anche quello che le tiene testa e in un certo senso la completa. Le loro azioni vengono dettate dall’altra persona, i due hanno un’influenza reciproca che non vogliono ammettere, provano dei sentimenti che si ostinano a reprimere, talvolta neanche il lettore capisce ciò che sta succedendo talmente che nascondono bene ciò che provano. Le loro azioni parlano ma sono contrastanti come i loro sentimenti, più si vogliono più godono nel farsi del male, più stanno lontani più hanno bisogno dell’altro, più si fanno del male più si vogliono. Insieme si distruggono e poi ricompongono i pezzi, insieme si odiano ma si amano. Questo però è un percorso molto lungo, l’intero libro consiste soltanto (e con soltanto si fa per dire) in questo percorso, quello fatto di piccoli passi in avanti e indietro prima di arrivare finalmente a compiere il passo definitivo, quello che solo l’ultimo libro “L’ultimo bacio” ci farà conoscere.
 Ho amato Le nostre prime sette volte, è stato diverso da quello che mi aspettavo. In Non è detto che mi manchi abbiamo conosciuto solo una parte dei due protagonisti, li abbiamo visti odiarsi, ma non abbiamo conosciuto quasi nulla di quello che quest’odio nascondeva, abbiamo pensato fosse qualcosa di eclatante, ma neanche troppo, invece il loro rapporto è molto complesso, nasconde così tanto che la loro storia complessiva deve essere racchiusa almeno in due libri, così come l’autrice ha fatto.

Alice è una ragazza diversa dalle altre, sicuramente diversa da quelle che frequenta Alex, non è ricca, si veste in modo discutibile, risponde a tono e non ha paura di dire la sua, neanche quando questo può metterla nei guai. È forte, in gamba, indipendente, si rimbocca le maniche e non si dà mai per vinta. Alice può essere l’amica migliore del mondo ma se le fai del male non esiterà ad agire di conseguenza. Sembra controllata invece è talvolta fragile, ha un cuore aperto e il suo rapporto con Fosco, cugino di Alex (protagonista del libro precedente) è quello che tutti vorremmo avere con un amico. Per lei non sarà facile ammettere di provare qualcosa per Alessandro, ci metterà molto per ammetterlo, prenderà anche coraggio per fare un passo avanti ma accadrà sempre qualcosa che non le permetterà di andare fino in fondo e che la riporterà indietro sui suoi passi.  
Alex è bello, ricco, egocentrico, popolare, le riviste parlano di lui, se la fa con ragazze sempre diverse e ovviamente frequenta le persone ricche e famose come lui. È il golden boy, una celebrità, le riviste scommettono sul suo matrimonio con la sua amica Carlotta, anche lei di famiglia importane e vicina alla sua. Per Alex tutto questo è normale, è quello il suo mondo, è abituato ad essere al centro dell’attenzione e non si fa problemi ad usare gli altri e poi scaricarli. Nonostante questo e nonostante la sua maschera sia davvero ben indossata, c’è qualcosa in Alex che ci attira al di là di tutto, qualcosa di più profondo, la versione migliore di lui che grida ma non riesce ad uscire dal luogo in cui è stata relegata.

È come se sentissimo la versione migliore di lui anche quando dà il peggio di sé, anche quando si comporta da stronzo e bastardo, anche quando gode nel far del male ad Alice. È facile arrabbiarsi con lui ma è facile anche amarlo, un po’ come se fossimo anche noi nei panni di Alice e provassimo ciò che prova lei nei suoi confronti. Con il tempo Alex inizia a vedere Alice con occhi diversi eppure i due continuano ad odiarsi, a darsi contro e ad alternare questi momenti a brevi momenti di collaborazione e di attrazione.


“Alex ha detto che il mio odio per lui supera l’affetto che provo per Fosco. Ho deciso di venire per dimostrargli che si sbagliava. E volevo dimostrarglielo perché, in realtà, non si sbagliava affatto. Non mi fa onore ma il rancore che ho sviluppato per il mio capo è più feroce, costante e spropositato di qualunque sentimento io abbia mai concepito. C’è chi ha i grandi amori e chi i grandi rancori”


Tra alti e bassi, passi indietro e in avanti, anche il lettore si sente sballottato da una parte all’altra, prenda della confusione e dei sentimenti contrastanti. Il lettore si inserisce perfettamente nell’atmosfera del romanzo, in quell’angst che ti fa venire voglia di sbattere la testa contro un muro e tirarti tutti i capelli. Farsi del male ed amarsi, litigare e perdonarsi, perdersi e ritrovarsi, questi sono Alex e Alice, questo è Le nostre prime sette volte. 
Un mix di sentimenti contrastanti, la costante voglia di vedere i due protagonisti che trovano pace ma l’impossibilità di ciò e forse anche la volontà di vederli litigare ancora per sentire il forte sentimento che si cela dietro quest’odio che alimenta una fiamma che cresce sempre di più. È come se litigare li riportasse in vita, è vivere e morire, è un po’ quel sentimento che i poeti provenzali ( e poi i siciliani) descrivevano nelle loro poesie, quando desideravano una donna che non potevano avere e che non li degnava di uno sguardo e così provavano dolore ma anche un sentimento che alimentava in loro qualcosa di più profondo.  
Alex e Alice si avvicinano e si allontanano, cercano di starsi alla larga e a volte ci riescono ma prima o poi quello che provano li investe in modo ancora più forte. Più sono distanti più si cercano mancando però sempre l’attimo giusto, quello in cui finalmente i loro cuori si avvicinano e i loro respiri vengono mozzati dal battito forsennato dei loro cuori.  
Odieremo Alex perché quando si arrabbia è pronto a fare del male ad Alice, perché ci saranno dei momenti in cui farà cose che difficilmente si possono perdonare, tutto questo perché pensa di poter avere sempre il controllo, sarà pronto anche a calpestare i sogni di Alice, non si batterà per lei quando avrà bisogno di essere difesa da persone che la trattano come non merita, come se non valesse, un po’ come qualche volta fa anche lui. Il più delle volte sarà davvero difficile non odiare Alex e alla fine del libro è questo il sentimento che prevarrà in noi, la voglia di vendicarci di lui pur avendolo amato. Ogni volta che la situazione sembra sul punto di risolversi accade qualcosa che ribalta tutto e che ci fa uscire fuori di testa. Questi due protagonisti sembrano non avere mai pace ma l’ultima parola non è ancora detta.


“C’è qualcosa  tra me e Alessandro. È cresciuto nonostante i nostri sforzi per ucciderlo. Si è rafforzato nel quotidiano, è sopravvissuto alle nostre liti, è rimasto lì, nonostante lui mi licenziasse. Il genere di cosa che ti fa più male tentando di evitarla che affrontandola.”


Anche l’odio sembra un sentimento sbagliato perché odiare una persona vuol dire considerarla, vuol dire dare a quella persona un potere su di te, vuol dire “mi importa di te, provo qualcosa per te, anche se è solo odio”, eppure odio e amore sono i sentimenti che provano Alice e Alessandro e nonostante tutto soffrono, soffrono quando le cose vanno male.

Adoro la scrittura di Bianca Marconero, è ipnotica, poetica, sembra riuscire a dire sempre ciò che è giusto, sembra trovare sempre le parole per esprimere ciò che accade e ciò che provano i personaggi, riesce a riassumere una situazione in poche parole d’impatto. Anche solo alcune frasi scatenano emozioni non indifferenti, come se quelle parole fossero state create apposta per dire quelle cose. È una scrittura che non si può descrivere ma solo conoscere leggendo.  
Le nostre prime sette volte parte dall’incontro tra Alex e Alice per raccontarci gli anni che sono seguiti a quell’incontro, ripercorre tutto ciò che ha portato Alex ogni volta, sette volte, a licenziare Alice e poi ad assumerla di nuovo. Gli anni in cui hanno lavorato fianco a fianco e hanno imparato a conoscersi, a collaborare, a odiarsi, a litigare, a volersi, ad allontanarsi, a cercarsi e a perdersi. Due persone sempre in bilico sul filo del rasoio, due persone che sembrano sempre destinate a perdersi ma che sanno regalarci un’altalena di emozioni e farci tifare per il loro amore, anche se sembra sempre più impossibile.


“Tu sei il nulla senza fondo, vorrei dirgli. Tu sei il niente fatto persona. E sei crudele. Perché mi ferisci, e lo sai. Perché io ci ho provato, e tu te la sei goduta un mondo. perché ci hai appena cancellato, ancora prima che esistessimo e l’hai fatto guardando l’orologio.”


Le nostre prime sette volte è un office romance che contempla l’odio, l’amore, il rancore, la vendetta, la passione, la gioia, la tristezza e il dolore ma lo fa con leggerezza, provocandoci talvolta il riso, talvolta la rabbia, talvolta il desiderio, facendoci disperare e poi innamorare. La storia di Alex e Alice però non è ancora giunta al termine, abbiamo ancora tanto da vedere e dopo il finale di questo libro l’attesa, anche se breve, rischia di farci perdere il lume della ragione! Non vedo l’ora di leggere L’ultimo bacio, intanto vi consiglio Le nostre prime sette volte.

il mio voto

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