Buongiorno lettori e lettrici,
oggi vi parlo de La catena di spine di Cassandra Clare,
terzo ed ultimo libro della trilogia The
last hours. La recensione è spoiler free;
l’unica parte spoiler, che riguarda la trama, è stata segnalata e può essere
saltata.
Editore: Mondadori
Pagine: 744
Trama
Si consiglia di leggere i libri delle serie Shadowhunters in ordine di pubblicazione.
Recensione
La catena di spine è stato, per me, un finale di serie
soddisfacente, in linea con gli altri libri della serie. The last hours è una serie che ha messo in secondo piano la lotta
contro il male, così come gli aspetti che più ci si aspetterebbe da un fantasy.
L’intrattenimento, quindi, è stato di diverso tipo e l’attenzione si è
concentrata sui personaggi, sulla loro psicologia, sulle relazioni
interpersonali, sui piccoli e grandi problemi della loro vita e
sull’ambientazione.
La catena di spine continua e conclude in questa direzione,
portando una narrazione che non contempla tanto l’azione o eventi eclatanti,
quanto le vicende personali dei personaggi.
Inizio parte spoiler- trama (per chi non ha letto i
precedenti)
Cordelia è alle prese con il suo essere paladina di Lilith, situazione non voluta e che l’ha costretta a mettere da parte le armi pur di non combattere per la madre dei demoni. Deve anche capire come vivere la crisi del suo matrimonio con James, il quale, intanto, fa i conti con la verità riguardo la manipolazione dei suoi sentimenti da parte di Grace. Lucie ha risvegliato Jesse ed è pronta a stare finalmente con lui, in carne ed ossa, ma la sua azione può essere mal vista, e così si dovrà trovare un modo per nascondere l’accaduto. Intanto la ragazza scopre una strana oscurità che la lega a qualcuno di non ben identificato. Mentre ognuno è alle prese con i suoi problemi, un segreto della famiglia Herondale viene alla luce e minaccerà ogni cosa. Intanto Belial porta avanti il suo piano di conquista e i nostri personaggi dovranno capire cosa sta succedendo e come fermare tutto questo.
La catena di spine, come i libri precedenti, segue tanti personaggi, quindi veniamo a conoscenza di situazioni diverse, che si alternano e sono raccontate con grande cura per i particolari. La catena di spine è un libro lento e questo a lungo andare potrebbe risultare pesante, ma ciò che aiuta a non renderlo tale (o almeno mitiga questo aspetto) è il fatto di raccontare le storie di personaggi a cui ci siamo affezionati, che ormai ci sono così familiari da suscitarci tenerezza anche per le questioni più banali.
Cassandra Clare capisce di poter contare sul percorso fatto,
sul legame che si è instaurato tra lettore e personaggi nel corso degli anni e
delle serie, così decide di farne il punto di forza di quest’ultima serie. Un
libro che, rispetto a quelli delle altre serie Shadowhunters, è più maturo
nella scrittura e nel racconto, e sceglie una narrazione che lo avvicina quasi
ad un classico della letteratura (non a caso Cassandra Clare si è ispirata a Grandi speranze per questa trilogia).
Ciò che emoziona e che rende forte la storia è il legame che
si instaura tra passato, presente e futuro, quasi che le storie che leggiamo
fossero parte della nostra memoria di vita. Si colgono allusioni a fatti e personaggi
già conosciuti, oltre al fatto che c’è davvero la presenza dei personaggi già noti,
quelli della trilogia The infernal
devices, costituendo essi la generazione precedente.
La città di Londra tra fine Ottocento e inizio Novecento è
un’altra protagonista di questa storia, descritta con attenzione e vividezza,
in modo tale da delineare uno scenario molto suggestivo. L’epoca è attentamente
ricostruita e questo costituisce un altro punto di forza della storia.
L’aspetto fantasy è sempre presente, nonostante l’attenzione
forte ad altri aspetti, mentre il focus sulla lotta contro il nemico è
maggiormente presente nell’ultima parte del libro, che è anche più dinamica e
accattivante da questo punto di vista.
La fine di una serie genera sempre tante emozioni, compreso
un senso di vuoto per la fine di un’altra storia che ci ha coinvolto per alcuni
anni e che ci è entrata dentro insieme ai suoi personaggi. Leggere i libri
Shadowhunters dà un senso di familiarità difficilmente spiegabile. Apri le
pagine e ti senti a tuo agio, come se quello fosse il tuo posto, come se non
fossi mai andato via. Questo è il senso di un universo complesso, fatto di
storie, personaggi, di legami, emozioni e ricordi, in grado di catturare e
lasciare un segno.
Dopo dieci anni che ho passato a leggere queste storie, mi
ritrovo a volerne ancora. In realtà sono dell’idea che ci sia bisogno di
concludere, ma poi quando mi immergo in questi libri non riesco a concepire la
loro assenza! Sarà dura lasciare tutto ma per fortuna non è ancora giunto il
momento!
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