Buongiorno lettori e
lettrici,
oggi vi parlo di Hunger Games- Ballata dell’usignolo e del
serpente, prequel della trilogia di Hunger Games di Suzanne Collins. Il libro
è uscito nel 2020, ma adesso è ritornato alla ribalta grazie all’uscita del
film. Io l’ho letto poco prima del film e ne sono rimasta conquistata. Un libro
profondo, maturo, che cela riflessioni e messaggi più importanti. Potete leggerlo anche senza conoscere la trilogia. A seguire ve
ne parlo.
Editore: Mondadori
Pagine: 476
Trama
Recensione
Hunger Games – Ballata
dell’usignolo e del serpente è il prequel della trilogia Hunger Games. Ambientato
sessantaquattro anni prima della trilogia, ci racconta la storia di Coriolanus
Snow, che abbiamo conosciuto in precedenza come tirannico presidente di Capitol
City.
Il prequel di Hunger Games ci porta a conoscere il giovane
Coriolanus Snow e il suo vissuto, passando attraverso tappe significative per
la sua evoluzione in senso negativo, con uno sguardo alla nazione di Panem e
agli Hunger Games, così com’erano un tempo, quando si avviavano a diventare
quelli che abbiamo conosciuto nella trilogia.
La prima cosa che colpisce di questo prequel è la sua simbolicità ,
la sua capacità di raccontare vicende che hanno un significato ulteriore
rispetto a quello più superficiale, in cui la storia è usata come espediente
per farci riflettere e lasciarci un messaggio.
Perché Hunger Games –
Ballata dell’usignolo e del serpente porta riflessioni sulla natura umana,
sulla guerra, sul potere, sul controllo, sulla vita e sulla morte. È una storia
che riesce a raggiungere un’incredibile profondità , ma non dimentica di
intrattenere il lettore.
Il diciottenne Coriolanus appartiene alla ricca famiglia
degli Snow, influente a Capitol City, ma ora caduta in rovina a causa della
guerra tra la capitale e i distretti, verificatasi anni prima.
Dopo i Giorni Bui, che hanno visto anche la morte dei
genitori di Coriolanus, il ragazzo è rimasto solo con sua nonna e sua cugina.
La vita, però, è difficile per chi, come loro, vive in miseria e a stento
riesce a trovare qualcosa da mangiare. Ancora più difficile quando la propria
miseria non può essere mostrata, quando fingere che nulla sia cambiato diventa
uno degli obiettivi principali.
Quando a lui e ad altri ragazzi dell’Accademia di Capitol
City viene assegnato il ruolo di mentori per i ventiquattro tributi che si
sfideranno nei decimi Hunger Games, per il ragazzo sembra presentarsi
l’occasione per salvare la propria famiglia e i propri studi.
A lui, però, viene assegnato il tributo donna del distretto
12, non uno di quelli che potrebbe vincere gli Hunger Games. Lucy Gray Baird,
invece, riesce a superare tutte le aspettative negative, dimostrandosi a poco a
poco una ragazza interessante, piena di sorprese, in grado di conquistare il
pubblico e, forse, di cavarsela negli Hunger Games.
Il prequel di Hunger Games, dividendosi in tre parti, ci
racconta il prima dei giochi, con il racconto della vita di Coriolanus nella
capitale e la preparazione ai giochi, poi passa a raccontarci dei decimi Hunger
Games e infine ci racconta le vicende successive ai giochi.
In questi passaggi, è evidente l’intenzione della storia di
ricostruire il ritratto di un personaggio attraverso il suo vissuto, con uno
sguardo sempre attento al suo carattere, lasciando da parte l’attenzione
all’azione degli Hunger Games, prevalente nella trilogia, per restituirci una
storia più profonda, ma comunque attenta all’intrattenimento degli eventi
raccontati.
Ballata dell’usignolo e
del serpente è un
libro che tende ad essere lento, proprio per la sua attenzione al protagonista,
eppure riesce a raccontare eventi che tengono incollati alle pagine, che
risultano interessanti, coinvolgenti, in grado di emozionare in tanti modi
diversi. La suggestione degli eventi è dovuta anche al loro simbolismo, al
significato ulteriore a cui rimandano, perché ognuno nasconde una lettura
ulteriore, in grado di restituirci il senso più profondo di questa storia.
Coriolanus è un protagonista interessante da leggere, che
viene indagato attentamente, raccontato attraverso pensieri e azioni, nel bene
e nel male, attraverso le difficoltà della sua vita, ma anche la sua visione
del mondo che vive, che è condizionata, contaminata, distorta, ma estremamente
suggestiva.
Se questo è il racconto della nascita di un cattivo, sarebbe
normale aspettarsi di provare odio verso il suo protagonista, eppure questa
storia ci spinge a conoscerlo tra sensazioni contrastanti, puntando più a farci
riflettere sul suo carattere, seguendolo in progressione, che a farci prendere
posizione in modo netto.
È evidente, comunque, che Coriolanus sia lo specchio di
Capitol City, di questa capitale che si erge sui distretti e da qui controlla,
prende decisioni, usa la forza, la violenza e l’oppressione. Coriolanus potrebbe
diventare una persona migliore, potrebbe fare la differenza sulla base di ciò
che vive nel corso di questa storia, eppure non è questo che accade. Perché lui
è un cittadino di Capitol e ingenuamente appoggia la visione della capitale.
Anche quando gli vengono messe davanti le crudeltà di quel potere, anche quando
vede e capisce che alcune cose non vanno, si convince che è necessario che le
cose vadano così. Coriolanus fa di tutto per preservare l’ordine che ha sempre
conosciuto, ma soprattutto per preservare se stesso, che in fin dei conti
rappresentano la stessa cosa. In fondo tutto ruota attorno a lui, al suo
prestigio, alla sua considerazione. È evidente che Coriolanus si sente
superiore, ma anche che sente di dover preservare quella superiorità , per
questo motivo anche le azioni più discutibili possono essere giustificabili,
per lui, soprattutto quando alla base ci sono paure e incertezze.
Coriolanus viene raccontato nella sua evoluzione, lasciando
spazio alle sue riflessioni su ciò che accade, pur con gli esiti che
conosciamo. Interessante in questo senso
anche il personaggio di Lucy Gray Baird, simbolo di possibile cambiamento e di
rivoluzione, da sola, ma che tira fuori anche un altro lato di Coriolanus, che
ci mostra le possibilità di una direzione diversa, per lui e per tutti. Il
legame con Lucy Gray si fa sempre più complesso e Coriolanus riflette e agisce
di conseguenza, non senza dubbi.
Sebbene il legame tra i due faccia pensare a del
romanticismo, ciò che realmente la storia vuole raccontare, attraverso questo
rapporto, è qualcosa di più complesso, che sarebbe riduttivo e non corretto
definire con il termine di “amore”. Il
loro è un sentimento complesso, complicato, apparentemente dolce, anche bello
da seguire, ma che nel profondo nasconde delle problematicità , che sono le stesse
che questa storia ci vuole raccontare. Volutamente ambiguo e contrastante nelle
sue intenzioni, volutamente inquinato sotto la sua gradevole apparenza, questo
rapporto è capace di trascinare il lettore, di arricchire la storia di
ulteriore significato e di contribuire alla chiave di letture finale di questa
storia.
È proprio sul finale che si raggiunge il culmine e che i
significati più profondi emergono con tutta la loro potenza. Un finale
destabilizzante, che colpisce e ferisce, che si presta a interpretazioni e
riflessioni capaci di imprimersi nella mente del lettore, anche dopo la
lettura.
L’altro personaggio importante della storia, per ciò che
rappresenta, è Seianus, un ragazzo che frequenta l’accademia, che appartiene ad
una famiglia dei distretti che si è arricchita ed è riuscita a risiedere e
trovare prestigio a Capitol City. Il suo personaggio è la controparte buona di
Coriolanus, rappresenta il tentativo di ribellione ad un sistema che non funziona
e che non viene denunciato.
Poi ci sono la fame e l’assenza o presenza di cibo, che
rappresentano un filo conduttore di questa storia, in linea con il titolo. Una
storia che si arricchisce raccontandoci la nascita della ghiandaia imitatrice,
simbolo di Katniss e della rivolta nella trilogia, ma anche la nascita della
canzone The Hanging Tree, ascoltata nel film.
Suzanne Collins dimostra grande studio dietro questa storia,
a partire dai nomi dei personaggi (nomen
omen per il loro destino), fino alle riflessioni sullo stato di natura (e
qui si vede l’Illuminismo). Nulla è lasciato al caso, ogni elemento di questa
storia ha dietro rimandi più profondi e complessi, non sempre facili da
decifrare, sicuramente non per tutti.
Un libro che diventa un tutt’uno non solo con la trilogia ma
anche con i film che l’hanno portata sullo schermo. Un prequel tutt’altro che
inutile, che arricchisce la conoscenza su questo mondo e lo fa in una chiave
diversa, più ampia e più matura. Vale la pena leggerlo, anche se non si conosce
la trilogia.
Hunger Games – Ballata
dell’usignolo e del serpente è un libro di una incredibile profondità , che costruisce
sapientemente la propria narrazione, unendo simbolicità degli eventi e
intrattenimento, prendendo spunto dalla romanità , dall’illuminismo e dalle sue
riflessioni sullo stato di natura, portandoci messaggi forti attraverso il
racconto del suo protagonista, così riuscendo a suscitare riflessioni su
tematiche importanti.
Per me, una delle letture migliori di sempre.
il mio voto
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