Recensione DELITTO AL BALLO di Julia Seales

Buongiorno lettori e lettrici,
oggi vi parlo di
Delitto al ballo, un giallo ambientato in epoca regency, primo romanzo della scrittrice e sceneggiatrice statunitense Julia Seales.


Titolo: Delitto al ballo (Beatrice Steele #1)
Autrice: Julia Seales
Data di pubblicazione: 11 febbraio 2025
Editore: Piemme
Pagine: 384
Trama:

Niente può rovinare un elegante ballo d'autunno come un omicidio nel bel mezzo di un minuetto

Beatrice Steele non incarna esattamente l'ideale di perfezione femminile richiesto a Swampshire: è negata per il ricamo e priva di doti musicali, mentre le sue creazioni artistiche suscitano più sgomento che ammirazione. Come se non bastasse, custodisce un segreto imbarazzante: una passione sfrenata per i crimini irrisolti. Se venisse alla luce, verrebbe cacciata per sempre dai salotti buoni. Determinata a proteggere l'onore della sua famiglia, Beatrice decide di soffocare questa ossessione. Edmund Croaksworth, lo scapolo più ambito del momento, sarà presente al ballo autunnale, e i signori Steele sperano che una delle loro figlie riesca a fare breccia nel suo cuore. Beatrice dovrà quindi comportarsi in modo impeccabile, un compito non semplice, soprattutto con l'arrivo inaspettato da Londra di Vivek Drake, un detective tanto enigmatico quanto affascinante. Mentre Beatrice cerca di mantenere il controllo, la situazione precipita: Croaksworth muore improvvisamente nel mezzo di un minuetto. Fuori imperversa una tempesta e l'atmosfera del ballo si trasforma in un caos, tra sospetti, intrighi e tradimenti. Quando diventa evidente che l'assassino è tra gli ospiti, Beatrice dovrà abbandonare ogni regola di decoro per perseguire la verità e ascoltare il proprio cuore, prima che qualcun altro perda la vita.


Beatrice Steele serie:
1. Delitto al ballo
2. A Terribly Nasty Business (giugno 2025 in lingua originale)


Recensione

Delitto al ballo è un giallo ambientato in epoca regency che unisce misteri da risolvere, delitti, grande umorismo e leggerezza.

Beatrice Steele è una ragazza di venticinque anni che vive a Swampshire, una cittadina della campagna inglese in cui il tempo è quasi sempre pessimo e che è caratterizzata da voragini risucchianti, un repellente acquitrino con rumorose rane bioluminescenti e dimore incantevoli. A dispetto delle raccomandazioni della Guida alle buone maniere per le dame di Swampshire, Beatrice non è portata né per il ricamo, né per il disegno, né possiede talento musicale, mentre ha una passione - assolutamente inopportuna per una dama del luogo-  per i crimini.

Beatrice è affascinata dai crimini che legge (di nascosto) sui giornali e nei quali è coinvolto l’investigatore gentiluomo Sir Huxley, figura che lei adora e al quale invia lettere con i suoi suggerimenti per la risoluzione dei casi. Mentre sogna di fare l’investigatrice, la madre fa di tutto per assicurare un buon marito alle sue figlie. Uno dei motivi è sicuramente la precarietà in cui vive la famiglia Steele, che rischia di perdere l’unica cosa che possiede, ossia la sua dimora. 

Quella del ballo a casa Ashbrook sembra l’occasione perfetta (e decisiva) per trovare marito alla figlia maggiore e risolvere così i problemi che affliggono la famiglia. L’invitato più atteso del ballo è infatti il giovane Edmund Croaksworth, scapolo ambito che però viene ucciso proprio durante il ricevimento. A quel punto, mentre la casa è isolata a causa del cattivo tempo, le indagini finiscono temporaneamente nelle mani dell’ispettore Vivek Drake, figura che aveva affiancato Sir Huxley ma che poi era stata licenziata, cadendo in disgrazia. Beatrice, alla quale viene assegnato il compito di seguire l’ispettore nelle indagini, può finalmente dare sfogo alla sua passione e godersi (si fa per dire) un evento che arriva a smorzare la noiosa e statica atmosfera di Swampshire. L’indagine, però, è complessa e, mentre tutti sono indagati e sospettati, nuovi pericoli e misteri mettono a rischio la permanenza nella dimora e rischiano di svelare i più profondi segreti non solo di Beatrice ma anche degli altri ospiti. 



I gialli di Agatha Christie e i romanzi di Jane Austen costituiscono l’ispirazione per questa storia che arriva a combinare i due mondi, tra delitti perpetrati da colpevoli che poi vengono catturati e il racconto di vita di donne di buona famiglia dell’Ottocento. L’autrice crea un mondo alternativo, piuttosto bizzarro, raccontato proprio nei suoi aspetti più strambi, assurdi e fantasiosi e per questo esilarante. L’epoca regency è raccontata attraverso le sue regole e la sua etichetta, i matrimoni cercati e combinati, soprattutto per questioni economiche, i particolari rituali di bellezza e, in questo caso specifico, i metodi investigativi ancora acerbi. Sono proprio le abilità più sottili che le donne dovevano sfruttare per cercare marito che vengono calate all’interno di un'altra dinamica, quella dei processi investigativi e della ricerca dei colpevoli dei delitti, e così ne nasce una protagonista come Beatrice.

Beatrice è una giovane ragazza di aspetto non troppo stupefacente (“Beatrice Steele era rotondetta, aveva una simpatica finestrella tra gli incisivi anteriori e un ciuffo bianco tra i boccoli neri[…]”), ma è sveglia, curiosa e dal temperamento “focoso”. È un’attenta osservatrice della natura umana, che sa indagare e comprendere, e utilizza quest’abilità nel tentativo di risolvere i misteri che aleggiano dietro i crimini letti e poi vissuti. È la maggiore delle sorelle Steele, anche se il ruolo di prediletta spetta alla figlia di mezzo, Louisa, mente l’ultima Steele, Mary, è per tutti invisibile. Beatrice è una protagonista interessante da seguire, per come pensa e per come agisce, agli antipodi rispetto alle dame del tempo e apprezzabile proprio per il suo essere diversa, ma anche per il suo acume, la sua intraprendenza e il suo essere talvolta sarcastica.

Beatrice è la protagonista della storia, ma gli altri personaggi non passano in secondo piano e pure ricevono un’adeguata caratterizzazione, in grado di renderli attivi all’interno delle vicende narrate. Uno dei personaggi che affianca Beatrice è l’ispettore Vivek Drake, anch’egli personaggio particolare, non appartenente allo stesso ceto degli altri ospiti e per questo tenuto in minore considerazione. Caduto in disgrazia come investigatore, dall’aspetto particolare (una benda su un occhio, vestiti rovinati e dimessi) e dalle maniere a volte brusche,  Vivek Drake riesce a incuriosire, ma forse non tanto quanto ci si aspetterebbe. Il suo ruolo, seppur importante, non corrisponde esattamente al peso del suo personaggio, che rimane comunque minor rispetto a Beatrice. La particolarità insolita di questo personaggio, però, oltre all’aspetto, sta nell’essere un ispettore caduto in disgrazia e nel fatto che non sempre le sue intuizioni si rivelano completamente e subito corrette. D’altronde siamo pur sempre in un’epoca in cui risolvere i crimini è reso difficoltoso dai pochi mezzi a disposizione.

I diversi personaggi riescono a strappare una risata, in più occasioni, con le loro uscite, ma una menzione speciale va al padre di Beatrice, con il quale le risate sono sempre assicurate e che rivela di essere il personaggio più strambo e divertente della storia.

A parte il riferimento ad alcuni legami relativi ad altri personaggi e oltre le questioni connesse alla ricerca di un marito, la parte romantica non è presente all’interno della storia, anche se si intuiscono delle possibilità future in tal senso.

Delitto al ballo ha tanti elementi che sulla carta sono particolari e sfiziosi: l’ambientazione,  il tono della narrazione -  che va dalla satira, al melodrammatico, che usa l’umorismo e anche la comicità, il sarcasmo e l’ironia - e infine la presentazione dei personaggi, che segue la stessa linea. Sa unire suggestioni ed elementi diversi, riesce creare un’atmosfera leggera e divertente, anche e proprio di fronte alle situazioni più drammatiche, cercando volutamente il bizzarro e l’assurdo di fatti e personaggi, regalando brio alla storia grazie a questa stramba e simpatica rappresentazione.

Tuttavia, nella pratica, Delitto al ballo potrebbe risultare meno potente di quanto promettono i suoi ingredienti. È chiaro che ciò si lega anche ad un gusto personale, perché la storia non presenta elementi disturbanti o problematici. Per quanto mi riguarda, nonostante abbia apprezzato tanti elementi di questa storia, non sono riuscita ad rimanerne particolarmente coinvolta. È stata una lettura leggera e senza pretese, che talvolta mi ha fatto ridere ma che non è andata oltre la media. Non escludo del tutto di poter leggere il secondo libro, che uscirà a breve in lingua originale e che continuerà le avventure di Beatrice con un bel cambiamento nella sua vita. Gli ingredienti per suscitare curiosità ci sono.

Nel complesso Delitto al ballo è una lettura gradevole e divertente, che punta a intrattenere il lettore e ha al suo interno elementi interessanti.



il mio voto
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Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo.

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