Buongiorno lettori e lettrici,
“Ho
fatto tutto quello che potevo, tutto quello che era davvero in mio potere per
riportarla da me. Se sapessi come fare venderei la mia anima al Demonio per
poterla stringere tra le mie braccia ancora una volta. Ma non posso e ora la
mia Perla è persa per sempre”.
Sono solo parole in un
vecchio diario dimenticato, ma Morgan sa cosa significa quando la terra ti si
apre sotto i piedi e tutto crolla. Ma si tratta del passato, e adesso Morgan
Grace è felice, legata al suo fidanzato Maxwell e decisa a guardare avanti.
Eppure quando Max le
mette al dito l'anello di ametista che la sua famiglia tramanda da generazioni,
Morgan tutto si aspetta tranne che essere trasportata in una cittadina costiera
all'alba del Diciassettesimo secolo.
Coinvolta in un'incursione
di pirati, Morgan dovrà scegliere in fretta se diventare una schiava o
accettare la proposta di Garret, il Vice Capitano della Regina delle Tenebre, e
unirsi alla ciurma di briganti come sua allieva.
Una decisione forzata, a cui però Morgan non ha alcuna intenzione di cedere
senza lottare.
Tra duelli e battaglie
navali, Morgan si ritroverà a camminare su un filo molto sottile: il desiderio
di tornare a casa, nel proprio tempo, da Maxwell, si scontrerà con i sentimenti
sempre più confusi di Morgan per quella vita così diversa, per Garret, il suo
maestro, e per Alexander, la cui ostilità sembra essere solo una facciata.
Ma il mare è un
territorio pericoloso e la Regina delle Tenebre non è l'unico vascello che
porta con sé segreti sepolti nel passato.
Recensione
La regina delle tenebre è un fantasy scritto da un’autrice
italiana (sotto pseudonimo) e racconta di una protagonista e del suo viaggio in
un’epoca passata tra mare, navi e pirati.
Morgan vive in America ed è fidanzata con Maxwell, un ragazzo
d’oro, per il quale, però, il suo amore è un po’ traballante a causa di una
ferita passata che le impedisce di vivere con serenità e convinzione questo
amore. Quando il fidanzato le mette al dito un anello che si tramanda nella sua
famiglia, accade l’impossibile: Morgan si ritrova catapultata in un’altra
cittadina e in un’altra epoca,
precisamente nel 1590.
Lo shock iniziale fa subito spazio alla necessità di sopravvivere
di fronte a pericoli mortali. Un’incursione di pirati la pone di fronte alla
scelta di diventare schiava o essere la nuova allieva di Garret, il vice
capitano della Regina della Tenebre.
Morgan non ha scelta e così sale sulla nave, pronta non solo ad allenarsi e a diventare
un pirata, ma anche a battersi con l’altro allievo del vice capitano,
Alexander. La vita sulla nave è dura, ma Morgan non è disposta a farsi mettere
i piedi in testa dai pirati. Sarà combattiva, decisa e determinata, proprio
come fin dall’inizio di questa esperienza.
Morgan affronterà allenamenti e pericoli, si scontrerà con
eserciti e pirati, in battaglie navali e sulla terraferma, divisa tra il
desiderio di tornare a casa, nel suo tempo e dal suo fidanzato, e le sensazioni
scaturite dalle soddisfazioni della sua nuova esperienza. Proverà sentimenti
contrastanti per alcuni pirati incontrati in questo viaggio e intanto si
troverà a fare i conti con un passato da scoprire e che è stranamente legato al
presente.
La regina delle tenebre è un fantasy che, fin dalla trama, sembra
promettere un’ affascinante avventura. In effetti, insieme alla protagonista,
si parte per un lungo viaggio (che dura mesi e poco più di seicento pagine) in
un’epoca lontana, in un mare insidioso, in terre nuove e tra nuove conoscenze
più o meno gradite. È un viaggio che attraversa il tempo e lo spazio, ma è
anche il percorso di crescita e di formazione di una protagonista che parte da
fragilità, ferite e insicurezze e impara ad essere forte e ad affrontare situazioni
più grandi e più pericolose, dovendo fare delle scelte importanti e dovendo
imparare a capire se stessa, ritrovando alla fine una nuova strada e una nuova
consapevolezza.
In realtà, anche se la trama della Regina delle Tenebre prevede un viaggio indietro nel tempo, la
storia non parla effettivamente di viaggi nel tempo. Si intende, cioè, che le
potenzialità di questo tema non hanno uno sviluppo concreto: le differenze tra
passato e presente, le implicazioni del viaggio (per entrambe le epoche), la
pena per essere in un’altra epoca e non sapere né come è accaduto né come si
può rimediare sono aspetti che la storia indaga marginalmente o per niente. Il
viaggio sembra essere solo un pretesto per raccontare una storia ambientata nel
passato, non un elemento che muove e condiziona la trama. La protagonista
accetta in fretta e con (fin troppa) naturalezza e tranquillità la sua nuova
condizione, senza interrogarsi granché e senza impegnarsi troppo per trovare un
modo per tornare a casa, quindi senza quell’angoscia che sarebbe verosimile in
una simile situazione. Non raccontare le implicazioni dei viaggi nel tempo
diventa un’occasione sprecata per questa storia; in ogni caso, l’autrice riesce
a rendere accattivante la storia puntando su altri aspetti.
La bravura dell’autrice sta nel saper tenere sempre viva una
narrazione molto lunga, raccontando diversi eventi oppure rimanendo su dinamica
costanti ma che evolvono progressivamente. Alcuni fatti, come quelli che riguardano
la routine della vita in mare, si ripetono, quindi la protagonista è alle prese
con gli allenamenti, con le dinamiche interne alla nave e con le brevi soste in
territori diversi e annesse esplorazioni. Si parla di pirati, si mostra la loro
vita, il loro modo di essere e di agire (tutt’altro che ideale o idealizzato).
È sempre in evidenza l’asprezza della vita da pirati e di un’epoca in cui
esistono violenze, abusi, schiavitù, misoginia e razzismo, tutti temi
affrontati nella storia attraverso i personaggi e i fatti che li coinvolgono.
Alcuni punti della seconda metà del libro risentono leggermente della sua lunghezza,
ma la storia riesce a mantenere un ritmo che è a volte più serrato e altre
volte costante, senza perdere di vista ciò che si sta raccontando e virando puntualmente
su snodi che mantengono viva l’attenzione.
La trama, tuttavia, non è priva di ingenuità e talvolta si
percepisce poca logica in alcune dinamiche e nel comportamento dei personaggi,
che fanno perdere il senso di alcuni fatti e generano perplessità. Alcune
questioni talvolta risultano ambigue per come sono presentate rispetto alla
loro vera natura (per esempio questo accade quando nella seconda metà del libro
la trama gioca su una precisa parentela) e ciò non sempre aiuta. Per il resto,
il racconto si fa apprezzare per i suoi lati positivi (come già detto).
I personaggi della storia riescono a emergere in modo più o
meno complesso, a seconda dei casi. Sicuramente il personaggio principale,
quello che dà il senso alla storia e ne è il suo cuore, è Morgan. Questa storia
non è altro che il suo viaggio e il suo percorso di crescita, perciò
l’attenzione al suo personaggio è massima. Porta con sé delle ferite e dei
blocchi emotivi, ma è anche fedele, esuberante, determinata e combattiva.
A volte anche lei si
sentiva così. Un passaggio fugace nella vita di altre persone che l’avrebbero
ricordata solo come un ombra. E quanto più cercava di essere qualcosa di meglio
che una semplice impressione, più sentiva acuirsi il dolore di quelle parti
dentro di lei che non sembravano essere in grado di guarire.
Pur essendo una donna in mezzo a uomini, riesce a farsi
valere e a guadagnarsi il proprio spazio grazie al suo carattere. Del suo
personaggio rimane meno credibile la naturalezza con cui accetta ogni nuova
situazione in cui si ritrova, dall’arrivo in un’altra epoca, al passaggio da
una ciurma all’altra. Morgan entra a far parte del mondo dei pirati e delle
loro dinamiche esprimendo puntualmente e abbastanza repentinamente una serenità
che spiazza, soprattutto alla luce dell’accoglienza mai favorevole e sempre
violenta dei pirati. La protagonista rimane dapprima toccata e ferita dalla
malvagità delle azioni di questi uomini, ma poi riesce abbastanza in fretta a
porsi dalla loro parte e a sentirli emotivamente vicini. Una found family che da un lato può essere
apprezzabile, dall’altro genera qualche perplessità proprio per i contrasti che
emergono.
Due personaggi che, tra gli altri, accompagnano la
protagonista sono Garret e Alexander. Garret diventa una guida per Morgan, un
uomo apparentemente duro e temibile, ma che poi dimostra una particolare considerazione
nei confronti della ragazza e le lascia una certa libertà di scegliere chi
essere (per quanto di libertà si possa parlare in un contesto come quello
raccontato). Alexander è un pirata schivo, rude, scorbutico e irascibile, che
dividerà tempi e spazi con Morgan e con il quale la ragazza instaurerà un forte
legame nonostante il carattere (di entrambi). La strada della protagonista si
incrocerà con quella di altri personaggi, tra i quali una particolare
importanza avrà anche un altro pirata, Carter, con il quale pure la
protagonista vivrà di contrasti. Carter sarà spietato e irascibile, anche se
progressivamente dimostrerà un attaccamento alla propria ciurma che rivela lati
inediti di lui e ferite mai guarite.
I personaggi a volte risultano contraddittori e in questi
casi sfugge il senso dei loro atteggiamenti e delle loro azioni. Talvolta si
passa da uno schieramento all’altro o dall’apprezzare uno all’apprezzare un
altro o ancora dall’odiarsi al volersi bene con una naturalezza (anche qui) che
lascia delle perplessità. Anche per questo non ho apprezzato alcune scelte
relative alla trama e ad alcuni personaggi. Non sempre ho apprezzato la poca
maturità spesso mostrata dai personaggi, ma nel complesso questi aspetti non hanno
pesato troppo sulla mia lettura e quindi sono riuscita a seguire e apprezzare
altre caratteristiche di questi personaggi.
La parte sentimentale è ridotta al minimo e in generale tutto
ciò che riguarda i rapporti interpersonali non sempre risulta logico nel suo
procedere, per cui anche qui si percepiscono delle contraddizioni. In generale,
però, c’è materiale in grado di attrarre il lettore e legarlo ai personaggi e
ai loro rapporti. A me i rapporti descritti hanno anche intrigato.
Nel complesso si capisce che dietro questa storia e dietro i
suoi personaggi si cela un lavoro attento. La prima caratteristica che colpisce
positivamente è la scrittura dell’autrice, che risulta matura, ben calibrata,
precisa e consapevole delle scelte fatte, per un risultato che è molto
gradevole. La lettura di questo libro scorre in modo naturale, senza alcuna
forzatura. L’unica perplessità è talvolta generata dal narratore: si sceglie di
narrare in terza persona con un punto di
vista che per la maggior parte del tempo sembra essere quello della
protagonista ma poi, in alcuni passaggi, si verificano dei cambi repentini e
brevi di punto di vista (su altri personaggi) che destabilizzano la lettura.
La regina delle tenebre mi ha affascinata e mi ha fatto
perdere il senso dello spazio e del tempo grazie alla sua storia ricca di suggestioni
da altri luoghi e da altre epoche. Nonostante alcune perplessità, sono stata
trascinata in un’avventura che mi ha lasciato sensazioni positive e che, con il
suo finale, mi rende già curiosa sul seguito.
Un viaggio in un’epoca passata, un’avventura suggestiva tra
pirati, pericoli, azione, battaglie e sentimenti contrastanti. Consigliato.
il mio voto
Ringrazio l'autrice per la copia cartacea del romanzo.
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