Recensione LA REGINA DELLE TENEBRE di Morgana Faye

Buongiorno lettori e lettrici, 

oggi vi parlo del romanzo fantasy La regina delle tenebre dell’autrice italiana Morgana Faye, pubblicato per Bookers Edizioni. Si tratta del primo libro di quella che sarà una trilogia e racconta di un viaggio nel tempo e per mare, su navi e tra pirati e pericoli.


Titolo: La regina delle tenebre
Autrice: Morgana Faye
Data di pubblicazione: 18 giugno 2024
Editore: Bookers Edizioni (collana Magtips)
Pagine: 638
Genere: Fantasy
Trama

“Ho fatto tutto quello che potevo, tutto quello che era davvero in mio potere per riportarla da me. Se sapessi come fare venderei la mia anima al Demonio per poterla stringere tra le mie braccia ancora una volta. Ma non posso e ora la mia Perla è persa per sempre”.

Sono solo parole in un vecchio diario dimenticato, ma Morgan sa cosa significa quando la terra ti si apre sotto i piedi e tutto crolla. Ma si tratta del passato, e adesso Morgan Grace è felice, legata al suo fidanzato Maxwell e decisa a guardare avanti.

Eppure quando Max le mette al dito l'anello di ametista che la sua famiglia tramanda da generazioni, Morgan tutto si aspetta tranne che essere trasportata in una cittadina costiera all'alba del Diciassettesimo secolo.

Coinvolta in un'incursione di pirati, Morgan dovrà scegliere in fretta se diventare una schiava o accettare la proposta di Garret, il Vice Capitano della Regina delle Tenebre, e unirsi alla ciurma di briganti come sua allieva.

Una decisione forzata, a cui però Morgan non ha alcuna intenzione di cedere senza lottare.

Tra duelli e battaglie navali, Morgan si ritroverà a camminare su un filo molto sottile: il desiderio di tornare a casa, nel proprio tempo, da Maxwell, si scontrerà con i sentimenti sempre più confusi di Morgan per quella vita così diversa, per Garret, il suo maestro, e per Alexander, la cui ostilità sembra essere solo una facciata.

Ma il mare è un territorio pericoloso e la Regina delle Tenebre non è l'unico vascello che porta con sé segreti sepolti nel passato.

Recensione

La regina delle tenebre è un fantasy scritto da un’autrice italiana (sotto pseudonimo) e racconta di una protagonista e del suo viaggio in un’epoca passata tra mare, navi e pirati.

Morgan vive in America ed è fidanzata con Maxwell, un ragazzo d’oro, per il quale, però, il suo amore è un po’ traballante a causa di una ferita passata che le impedisce di vivere con serenità e convinzione questo amore. Quando il fidanzato le mette al dito un anello che si tramanda nella sua famiglia, accade l’impossibile: Morgan si ritrova catapultata in un’altra cittadina  e in un’altra epoca, precisamente nel 1590.

Lo shock iniziale fa subito spazio alla necessità di sopravvivere di fronte a pericoli mortali. Un’incursione di pirati la pone di fronte alla scelta di diventare schiava o essere la nuova allieva di Garret, il vice capitano della Regina della Tenebre. Morgan non ha scelta e così sale sulla nave, pronta non solo ad allenarsi e a diventare un pirata, ma anche a battersi con l’altro allievo del vice capitano, Alexander. La vita sulla nave è dura, ma Morgan non è disposta a farsi mettere i piedi in testa dai pirati. Sarà combattiva, decisa e determinata, proprio come fin dall’inizio di questa esperienza.

Morgan affronterà allenamenti e pericoli, si scontrerà con eserciti e pirati, in battaglie navali e sulla terraferma, divisa tra il desiderio di tornare a casa, nel suo tempo e dal suo fidanzato, e le sensazioni scaturite dalle soddisfazioni della sua nuova esperienza. Proverà sentimenti contrastanti per alcuni pirati incontrati in questo viaggio e intanto si troverà a fare i conti con un passato da scoprire e che è stranamente legato al presente. 



La regina delle tenebre è un fantasy che, fin dalla trama, sembra promettere un’ affascinante avventura. In effetti, insieme alla protagonista, si parte per un lungo viaggio (che dura mesi e poco più di seicento pagine) in un’epoca lontana, in un mare insidioso, in terre nuove e tra nuove conoscenze più o meno gradite. È un viaggio che attraversa il tempo e lo spazio, ma è anche il percorso di crescita e di formazione di una protagonista che parte da fragilità, ferite e insicurezze e impara ad essere forte e ad affrontare situazioni più grandi e più pericolose, dovendo fare delle scelte importanti e dovendo imparare a capire se stessa, ritrovando alla fine una nuova strada e una nuova consapevolezza.

In realtà, anche se la trama della Regina delle Tenebre prevede un viaggio indietro nel tempo, la storia non parla effettivamente di viaggi nel tempo. Si intende, cioè, che le potenzialità di questo tema non hanno uno sviluppo concreto: le differenze tra passato e presente, le implicazioni del viaggio (per entrambe le epoche), la pena per essere in un’altra epoca e non sapere né come è accaduto né come si può rimediare sono aspetti che la storia indaga marginalmente o per niente. Il viaggio sembra essere solo un pretesto per raccontare una storia ambientata nel passato, non un elemento che muove e condiziona la trama. La protagonista accetta in fretta e con (fin troppa) naturalezza e tranquillità la sua nuova condizione, senza interrogarsi granché e senza impegnarsi troppo per trovare un modo per tornare a casa, quindi senza quell’angoscia che sarebbe verosimile in una simile situazione. Non raccontare le implicazioni dei viaggi nel tempo diventa un’occasione sprecata per questa storia; in ogni caso, l’autrice riesce a rendere accattivante la storia puntando su altri aspetti.

La bravura dell’autrice sta nel saper tenere sempre viva una narrazione molto lunga, raccontando diversi eventi oppure rimanendo su dinamica costanti ma che evolvono progressivamente. Alcuni fatti, come quelli che riguardano la routine della vita in mare, si ripetono, quindi la protagonista è alle prese con gli allenamenti, con le dinamiche interne alla nave e con le brevi soste in territori diversi e annesse esplorazioni. Si parla di pirati, si mostra la loro vita, il loro modo di essere e di agire (tutt’altro che ideale o idealizzato). È sempre in evidenza l’asprezza della vita da pirati e di un’epoca in cui esistono violenze, abusi, schiavitù, misoginia e razzismo, tutti temi affrontati nella storia attraverso i personaggi e i fatti che li coinvolgono. Alcuni punti della seconda metà del libro risentono leggermente della sua lunghezza, ma la storia riesce a mantenere un ritmo che è a volte più serrato e altre volte costante, senza perdere di vista ciò che si sta raccontando e virando puntualmente su snodi che mantengono viva l’attenzione.

La trama, tuttavia, non è priva di ingenuità e talvolta si percepisce poca logica in alcune dinamiche e nel comportamento dei personaggi, che fanno perdere il senso di alcuni fatti e generano perplessità. Alcune questioni talvolta risultano ambigue per come sono presentate rispetto alla loro vera natura (per esempio questo accade quando nella seconda metà del libro la trama gioca su una precisa parentela) e ciò non sempre aiuta. Per il resto, il racconto si fa apprezzare per i suoi lati positivi (come già detto).

I personaggi della storia riescono a emergere in modo più o meno complesso, a seconda dei casi. Sicuramente il personaggio principale, quello che dà il senso alla storia e ne è il suo cuore, è Morgan. Questa storia non è altro che il suo viaggio e il suo percorso di crescita, perciò l’attenzione al suo personaggio è massima. Porta con sé delle ferite e dei blocchi emotivi, ma è anche fedele, esuberante, determinata e combattiva.

A volte anche lei si sentiva così. Un passaggio fugace nella vita di altre persone che l’avrebbero ricordata solo come un ombra. E quanto più cercava di essere qualcosa di meglio che una semplice impressione, più sentiva acuirsi il dolore di quelle parti dentro di lei che non sembravano essere in grado di guarire.

Pur essendo una donna in mezzo a uomini, riesce a farsi valere e a guadagnarsi il proprio spazio grazie al suo carattere. Del suo personaggio rimane meno credibile la naturalezza con cui accetta ogni nuova situazione in cui si ritrova, dall’arrivo in un’altra epoca, al passaggio da una ciurma all’altra. Morgan entra a far parte del mondo dei pirati e delle loro dinamiche esprimendo puntualmente e abbastanza repentinamente una serenità che spiazza, soprattutto alla luce dell’accoglienza mai favorevole e sempre violenta dei pirati. La protagonista rimane dapprima toccata e ferita dalla malvagità delle azioni di questi uomini, ma poi riesce abbastanza in fretta a porsi dalla loro parte e a sentirli emotivamente vicini. Una found family che da un lato può essere apprezzabile, dall’altro genera qualche perplessità proprio per i contrasti che emergono.

Due personaggi che, tra gli altri, accompagnano la protagonista sono Garret e Alexander. Garret diventa una guida per Morgan, un uomo apparentemente duro e temibile, ma che poi dimostra una particolare considerazione nei confronti della ragazza e le lascia una certa libertà di scegliere chi essere (per quanto di libertà si possa parlare in un contesto come quello raccontato). Alexander è un pirata schivo, rude, scorbutico e irascibile, che dividerà tempi e spazi con Morgan e con il quale la ragazza instaurerà un forte legame nonostante il carattere (di entrambi). La strada della protagonista si incrocerà con quella di altri personaggi, tra i quali una particolare importanza avrà anche un altro pirata, Carter, con il quale pure la protagonista vivrà di contrasti. Carter sarà spietato e irascibile, anche se progressivamente dimostrerà un attaccamento alla propria ciurma che rivela lati inediti di lui e ferite mai guarite.

I personaggi a volte risultano contraddittori e in questi casi sfugge il senso dei loro atteggiamenti e delle loro azioni. Talvolta si passa da uno schieramento all’altro o dall’apprezzare uno all’apprezzare un altro o ancora dall’odiarsi al volersi bene con una naturalezza (anche qui) che lascia delle perplessità. Anche per questo non ho apprezzato alcune scelte relative alla trama e ad alcuni personaggi. Non sempre ho apprezzato la poca maturità spesso mostrata dai personaggi, ma nel complesso questi aspetti non hanno pesato troppo sulla mia lettura e quindi sono riuscita a seguire e apprezzare altre caratteristiche di questi personaggi.

La parte sentimentale è ridotta al minimo e in generale tutto ciò che riguarda i rapporti interpersonali non sempre risulta logico nel suo procedere, per cui anche qui si percepiscono delle contraddizioni. In generale, però, c’è materiale in grado di attrarre il lettore e legarlo ai personaggi e ai loro rapporti. A me i rapporti descritti hanno anche intrigato.

Nel complesso si capisce che dietro questa storia e dietro i suoi personaggi si cela un lavoro attento. La prima caratteristica che colpisce positivamente è la scrittura dell’autrice, che risulta matura, ben calibrata, precisa e consapevole delle scelte fatte, per un risultato che è molto gradevole. La lettura di questo libro scorre in modo naturale, senza alcuna forzatura. L’unica perplessità è talvolta generata dal narratore: si sceglie di narrare in  terza persona con un punto di vista che per la maggior parte del tempo sembra essere quello della protagonista ma poi, in alcuni passaggi, si verificano dei cambi repentini e brevi di punto di vista (su altri personaggi) che destabilizzano la lettura.

La regina delle tenebre mi ha affascinata e mi ha fatto perdere il senso dello spazio e del tempo grazie alla sua storia ricca di suggestioni da altri luoghi e da altre epoche. Nonostante alcune perplessità, sono stata trascinata in un’avventura che mi ha lasciato sensazioni positive e che, con il suo finale, mi rende già curiosa sul seguito.

Un viaggio in un’epoca passata, un’avventura suggestiva tra pirati, pericoli, azione, battaglie e sentimenti contrastanti. Consigliato.

il mio voto


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Ringrazio l'autrice per la copia cartacea del romanzo.



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