Buongiorno
lettrici e lettori,
oggi sul blog vi parlo de Il re delle
cicatrici di Leigh Bardugo, il primo libro della dilogia fantasy facente
parte del mondo Grishaverse e che ha come protagonista Nikolai Lantsov. La
storia è successiva alla trilogia Shadow
and bone e alla dilogia Six of crows,
perciò è da leggere di seguito. A seguire la mia recensione.
Editore: Mondadori
Pagine: 420
Trama
Shadow and bone Trilogy:
1.Tenebre e Ossa (recensione qui)
2. Assedio e Tempesta (recensione qui)
3. Ascesa e rovina (recensione qui)
Serie spin-off Six of crows:
1. Sei di corvi (recensione qui)
2. Il regno corrotto (recensione qui)
Dilogia King of scars:
1.Il re delle cicatrici
2.La legge dei lupi
Recensione
Il re delle cicatrici è un libro che ho aspettato per un
anno, ammaliata dal personaggio di Nikolai conosciuto nella trilogia Shadow and bone. I pareri non troppo
positivi dei lettori che l’hanno conosciuto in lingua hanno però abbassato le
mie aspettative e sono entrata nella storia con molta cautela.
La storia è ambientata qualche anno dopo la trilogia e la
dilogia e segue principalmente il punto di vista di diversi personaggi –
Nikolai, Zoya, Nina - che si muovono nei paesi del Grishaverse, nello specifico
Ravka e Fjerda.
Nikolai è il re di
Ravka, alle prese con la situazione interna – la ricerca della pace e di
alleati contro chi vuole approfittare della debolezza del suo regno per
rovesciarlo- ma anche alle prese con il mostro che vive dentro di lui da quando
è stato attaccato dall’Oscuro.
Al suo fianco c’è
Zoya, diventata generale dell’esercito Grisha e soprattutto braccio destro di
Nikolai. Una Grisha molto potente, che nel corso della storia sarà pronta a
battersi costantemente per il suo re e il suo paese.
Nina si trova a Fjerda
come spia per il re di Ravka ma la sua missione va al di là degli ordini e
l’obiettivo è salvare i Grisha e combattere chi vuole il loro male e sta
tramando qualcosa di molto pericoloso.
La storia di questo
libro è lenta, tendente talvolta al prolisso, non sempre chiara nei suoi
intenti, almeno nella parte iniziale, ma non per questo da sottovalutare.
All’inizio ci si muove lentamente nelle vicende che coinvolgono i personaggi e
viene lasciato largo spazio alle descrizioni, questo ha rallentato molto
(troppo) la lettura, mi ha reso poco chiare alcune situazioni e mi ha reso
difficile il coinvolgimento. Soltanto dopo la metà le dinamiche iniziano a
farsi progressivamente più chiare e interessanti, anche se da parte mia c’è
stata comunque una partecipazione non altissima, salvo per i capitoli finali
che sono stati brevi, dinamici e accattivanti, come avrei voluto fosse l’intero
libro!
Nikolai è il mio personaggio preferito del Grishaverse –
insieme ad Alina - e leggendo questo libro non è cambiata la mia opinione.
Nikolai era un principe ed ora è un re, ma è stato anche un corsaro, un soldato
e soprattutto una persona che sa come cavarsela, che ha imparato come funziona
la vita fuori dalla corte, che ha studiato e si impegna fortemente per
applicare le sue conoscenze e far evolvere il suo paese grazie ad esse. Nikolai rimane sarcastico, sicuro di sé e
astuto ma è anche più serio per via del suo ruolo e del potere oscuro che lo
domina e di cui non riesce a liberarsi. Il mostro dentro di lui rappresenta il
fulcro della storyline di Nikolai, incentrata sul trovare una cura prima che
sia troppo tardi. La vita di un re non è facile ma Nikolai sa quello che fa e
la sua sicurezza e affidabilità mi è piaciuta. Forse avrei voluto vedere di più
il suo POV e leggere anche altro inerente a lui.
Zoya è un personaggio che non ho mai apprezzato molto per il
suo carattere, anche se è ben costruito. È una ragazza seria ma dal carattere
difficile, scontroso, anche violento. È sempre stata pronta a ferire
fisicamente ma anche con le sue parole e questo me l’ha resa poco simpatica. È chiaro
però che l’autrice ha voluto farci piacere questo personaggio, per via del
ruolo che ha, quindi nel corso di questo libro ci sono stati tutti gli elementi
per apprezzarlo. Zoya ha avuto un passato difficile, nasconde dentro di lei
demoni profondi che hanno forgiato la sua rigida corazza. Non si può non
comprenderla e io mi sono ritrovata in alcuni suoi aspetti, perciò in fin dei
conti adesso è un personaggio che mi piace e vorrei continuare a conoscere.
Nina ha perso il ragazzo che amava e ora fa i conti con il
dolore ma anche con i nuovi poteri derivanti dall’assunzione della parem, la sostanza che i nemici dei
Grisha stanno usando su di loro per creare scompiglio e morte. La sua storyline
ci trasporta in un altro scenario e con altri personaggi e ci mostra una
ragazza coraggiosa anche se avventata, forte e soprattutto spietata.
Il re delle cicatrici è scritto bene e il worldbuilding è
complesso, così come i personaggi sono ben caratterizzati, ma purtroppo è carente
a livello di trama, quasi inutile perché non ci dice nulla di nuovo, di
originale o di chissà quanto interessante. Rappresenta solo una debole
prosecuzione di quanto avvenuto nei libri precedenti e sembra un libro scritto
solo per accontentare gli amanti di Nikolai – ma alla fine non ci riesce
troppo- o per tenere ancora legati a sé gli amanti del Grishaverse. Io, per
quanto abbia sempre amato Nikolai, non l’ho trovato essenziale e forse ne avrei
anche fatto a meno.
È un libro che però mostra un’evoluzione a livello di
scrittura rispetto ai precedenti, quella che già si era vista nella dilogia Six of crows e che ora è avanzata. Un
libro più serio e maturo, che nasconde una certa profondità , che si lascia
andare al racconto lento e alle riflessioni e quasi nulla lascia alla dinamicitÃ
delle vicende (piuttosto povere). La lotta contro il mostro che è in Nikolai e
quello che attraversa per combatterlo, le cicatrici invisibili di Zoya e il
dolore potente di Nina metaforicamente significano anche guardare in faccia il
dolore, rappresentano la lotta contro i propri demoni e l’accettazione di
alcuni cambiamenti, per quanto brutti o dolorosi, forse necessari. In questo
libro non c’è una parte sentimentale ma si intravede qualcosa sotto le azioni e
i pensieri dei personaggi e questo incuriosisce in vista del seguito.
Molti di noi sono capaci di nascondere i più grandi dolori e desideri. È così che sopravviviamo ogni giorno. Facciamo finta che il dolore non ci sia, che siamo coperti di cicatrici e non di ferite.
Se amate il Grishaverse probabilmente lo leggerete per
completezza, io intanto aspetto anche di leggere il secondo e ultimo di questa
dilogia!
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